Dovevano essere il suo tallone d’Achille, mentre sono diventati il simbolo di un inatteso abbraccio con la maggioranza di centro-destra. I mercati finanziari stanno andando particolarmente bene in questi primi otto mesi di governo Meloni. La prima donna presidente del Consiglio s’insediava a Palazzo Chigi domenica 23 ottobre, dopo avere ricevuto la nomina del presidente Sergio Mattarella. L’economia italiana, che pure usciva da un biennio brillante dopo il tracollo accusato durante la pandemia, versava in condizioni critiche. Il boom dei prezzi del gas affievoliva le prospettive a breve e medio termine, mentre l’aumento dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE) riaccendeva i fari sul debito pubblico italiano.

Lo spread era salito fino a 250 punti base e tra gli investitori scattava l’allarme.

Dati positivi sotto governo Meloni

Contrariamente alle attese, i mercati finanziari hanno premiato il governo Meloni in questi primi mesi di lavoro. L’indice FTSE MIB a Piazza Affari guadagna il 29% dalla sua nascita, raggiungendo i 715 miliardi di euro di capitalizzazione e segnando così una crescita di 160 miliardi. Il dato risulta essere in linea con l’andamento del DAX 30 a Francoforte (+28,5%) e migliore del CAC 40 a Parigi (+22,4%) nello stesso arco di tempo. L’Eurostoxx 600 segna +18%.

Se la borsa sale, torna l’appetito per i titoli del debito pubblico italiano. Nei portafogli delle famiglie, nel periodo compreso tra ottobre 2022 e marzo 2023 (ultimo dato ad oggi disponibile), c’è stato un balzo di 62,4 miliardi. Esso supera abbondantemente i disinvestimenti tra gli investitori stranieri: -19 miliardi. Considerate che fino al 31 marzo scorso il debito pubblico era salito sotto il governo Meloni di 24,5 miliardi e di 46,3 miliardi al 30 aprile. Questi numeri spiegano perché lo spread tra BTp e Bund sia sceso dai 237 punti base in vigore nel giorno in cui Giorgia Meloni veniva nominata premier ai 157 punti di venerdì scorso.

Il calo è stato di 80 punti o 0,80%.

Mercati finanziari premiano economia italiana

E c’è stato una pari riduzione del rendimento decennale nel periodo considerato: -0,75%. I mercati finanziari non stanno premiando il governo Meloni sulla sola fiducia. Il fatto è che l’economia italiana sta andando meglio del previsto. Grazie al crollo del prezzo del gas, il PIL è atteso crescere quest’anno anche più dell’1%. Banca d’Italia ha alzato le sue stime a +1,3%. Il governo Draghi aveva intravisto un più pallido +0,6%. Nel primo trimestre, mentre la Germania entrava in recessione, l’Italia cresceva dell’1,9% annuo e dello 0,5% sugli ultimi tre mesi del 2022. Certo, la produzione industriale sta creando seria apprensione. Gli effetti del carovita si starebbero facendo sentire. E ciò non può essere sottovalutato nel paese con la seconda manifattura d’Europa dopo la Germania.

E l’inflazione resta nettamente più elevata della media nell’Area Euro: a maggio scendeva al 7,6% contro il 6,1%. Ma nell’ottobre scorso era salita all’apice dell’11,8% contro il 10,6%. Nei primi sette mesi del governo Meloni, l’indice dei prezzi al consumo risulta aumentato dell’1,2%. Nei sette mesi all’ottobre scorso, era esploso del 6,6%. In sostanza, il quadro sta evolvendosi favorevolmente alla crescita economica, pur con diverse incognite. I mercati finanziari prendono nota che, stavolta, l’Italia non è fanalino di coda e, anzi, guida la classifica della ripresa. E il governo Meloni sta mostrandosi prudente sui conti pubblici, allontanando lo spauracchio di possibili tensioni con la Commissione europea sulla politica fiscale.

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