Alla fine di aprile, la Riksbank ha aumentato il costo del denaro allo 0,25%, portandolo sopra zero per la prima volta dal 2014. E il governatore Stefan Ingves ha fatto presente che il rialzo dei tassi proseguirà nei prossimi mesi per combattere l’inflazione. A marzo, è salita al 6%, mai così alta dal 1991. Il passo dell’istituto non è stato un fulmine a ciel sereno, ma sta di fatto che per la prima volta da diversi decenni le famiglie in Svezia si trovano a fronteggiare contemporaneamente il boom dei prezzi al consumo e il rialzo dei tassi.

I timori sull’arrivo di una possibile crisi immobiliare s’infittiscono. Chi segue le cronache economiche, sa che la Svezia vanta un debito pubblico molto basso in rapporto al PIL. Esso è sceso l’anno scorso intorno al 37%. In Italia, sta sopra il 150%.

Rialzo dei tassi e mercato dei mutui

Tuttavia, le famiglie svedesi sono molto più propense a prendere denaro in prestito che nel resto d’Europa, anzi del mondo. Risultano indebitate per il 172,5% del loro reddito lordo e per il 95% del PIL. A titolo di confronto, i debiti delle famiglie italiane ammontano al 44% del PIL. Ma c’è una ragione specifica per cui gli svedesi corrono spesso in banca a chiedere soldi: la casa. I prezzi degli immobili residenziali sono raddoppiati nell’ultimo decennio. Attualmente, servono qualcosa come 4.500 euro in media per ogni metro quadrato.

I soli mutui incidono per il 90% del PIL, cioè assorbono la quasi totalità del debito delle famiglie svedesi. E c’è un’altra cifra che genera allarme: alla fine del 2021, il 48% di mutui complessivamente erogati risultava ancora a tasso variabile. In Italia è dal 2016 che la quota dei nuovi mutui erogati a tasso variabile crolla, scontando un rialzo dei tassi in vista. Non solo, gli svedesi sono soliti contrarre i cosiddetti “mutui only interest”, che tanto spavento generarono quasi una decina di anni fa nella vicina Danimarca.

I mutui di soli interessi consistono nel consentire al cliente di pagare per un numero elevato di anni (in genere, dieci) solamente gli interessi. Il pagamento del capitale è rinviato al futuro. In questo modo, la rata iniziale risulta bassa per salire con il tempo. Questo, però, espone ancora di più le famiglie al rischio tassi. Se questi salgono, la rata s’impenna come se fosse sempre la prima del piano di ammortamento, dato che il capitale non è stato neppure parzialmente rimborsato. Ed è per questo che c’è il timore di una crisi immobiliare. Adesso che il costo dei mutui sta salendo, saranno in grado le famiglie in Svezia a farvi fronte?

Avvisaglie di crisi immobiliare

La risposta sembrerebbe positiva, almeno spulciando le analisi macroeconomiche. I redditi delle famiglie sono solidi, così come la crescita è tornata sostenuta l’anno scorso. Il PIL a fine 2021 superava già dell’1,8% i livelli pre-pandemia. Il problema sembra essere l’impatto sul sistema bancario. Difficile che i prezzi delle case possano reggere. Dopo anni in cui non c’è stato neanche il tempo di mettere un cartello “vendesi” per trovare un acquirente, adesso le cose dovrebbero cambiare. Perlomeno, gli svedesi contratteranno più sul prezzo. Dopo una lunga fase di boom s’intravede il ripiegamento. Ma se la stretta monetaria dovesse rivelarsi più drastica del previsto, un crollo del mercato non sarebbe impensabile.

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