Nei primi quattro mesi dell’anno, i pernottamenti in Italia da parte di cittadini stranieri sono cresciuti del 9,8% a 46 milioni. Rispetto al 2019, cioè prima del Covid, segnano un aumento del 7,2%. Numeri da record per il nostro turismo, che vanno a sostegno dell’economia nazionale, tra l’altro migliorando il dato delle esportazioni. Inoltre, sconfessano la narrazione sinora vigente sulla necessità di avere una compagnia di bandiera.

Da Bruxelles possibile via libera a Ita-Lufthansa

In questi giorni, il commissario alla Concorrenza, Margrethe Vestager, si accingerebbe finalmente a dare il via libera alle nozze tra Ita e la tedesca Lufthansa.

Da mesi il pomo della discordia sono i voli intercontinentali verso il Nord America. Per Bruxelles si verrebbe a creare una restrizione alla concorrenza verso e da quella tratta, con la conseguenza che le tariffe aumenterebbero del 10% per i passeggeri. La posizione della danese si è ammorbidita un po’ dopo la scoppola elettorale rimediata dal “padrino” Emmanuel Macron, di cui ella da anni sembra essere la rappresentante degli interessi. E si sa che Air France-Klm non vuole un concorrente ancora più grosso (Lufthansa) sui cieli d’Europa.

Qual è stata la giustificazione seguita da decenni per salvare i conti della ex Alitalia, oggi Ita, tramite i quattrini dei contribuenti? Una compagnia di bandiera ci serve per sostenere il turismo, “il nostro petrolio”. Sorvoliamo su quest’ultima espressione, ai limiti del demenziale. Sorvoliamo anche sul fatto che un’economia avanzata come la nostra non possa reggersi sul solo turismo, tant’è che saremmo eventualmente un caso unico al mondo. Ci vogliamo concentrare su un altro aspetto: davvero crediamo che serva una compagnia di bandiera per attirare turisti?

Numeri smentiscono sostenitori di Ita pubblica

L’idea è questa: se sparisse la ex Alitalia, il Bel Paese non avrebbe un proprio vettore con cui portare gli stranieri nelle proprie città.

Air France, ad esempio, li dirotterebbe verso la Francia. E lo stesso farebbe Lufthansa in Germania, sebbene questa non sia una concorrente dell’Italia per quanto riguarda il turismo. Ci saranno tante cose da vedere nelle città tedesche, ma mai comparabili con le bellezze storiche, paesaggistiche e naturali italiane. Ebbene, questa narrazione fa acqua da tutte le parti. I numeri ci dicono che nel 2023 Ita ha trasportato appena 15 milioni di passeggeri contro i 123 milioni di Lufthansa e i 182 di Ryanair. In base al nostro ragionamento, dovremmo aspettarci che i turisti siano arrivati a frotte in Germania e Irlanda. Non è stato evidentemente così.

L’Italia sta avendo il boom del turismo senza una compagnia di bandiera operativa da anni. Non è un controsenso: i passeggeri decidono di andare dove vogliono, non dove pretendono di portarli le compagnie aeree. E’ vero che queste possono potenziare o affievolire i flussi aprendo o chiudendo determinate rotte – vedasi l’impatto di Ryanair sui visitatori stranieri nelle città in cui fa scalo – ma nella sostanza l’obiettivo di una compagnia è fare profitti. E i profitti arrivano portando i passeggeri dove desiderano. Se mezzo mondo vuole venire a trascorrere le vacanze in Italia, perché mai una compagnia non dovrebbe approfittarne, sia essa italiana o straniera?

Boom del turismo senza compagnia di bandiera

In definitiva, la ex Alitalia ci è costata una barca di soldi senza che ve ne fosse alcun bisogno per il nostro turismo, ergo per la nostra economia domestica. Ben venga l’integrazione con Lufthansa, se ci consente di liberarci di un fardello per i nostri conti pubblici, nonché di sfruttare con efficacia i numerosi slot detenuti dalla piccola compagnia italiana presso gli aeroporti nazionali. Ad oggi la famosa compagnia di bandiera e la sua erede illegittima non hanno fatto altro che praticare tariffe assurde e offrire servizi non all’altezza per gli stessi voli nazionali.

Altro che sostegno al turismo tricolore. Finiamola una volta per tutte con una narrazione tesa solo a dare significato all’ennesimo sperpero di denaro pubblico.

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