Ancora un nuovo massimo storico per il franco svizzero contro l’euro. Nella seduta di giovedì 7 dicembre, il cambio è arrivato a scendere a 0,94. Non era mai stato così basso. Pensate che nel 2007, prima della crisi finanziaria mondiale, sfiorava 1,70. In pratica, con un euro oggi compri quasi la metà in meno di valuta elvetica (-45%). La discesa sotto la pari è arrivata l’anno scorso e, salvo brevi fasi di risalita, è lì che il cambio è rimasto sino ad ora.

Occhio ai tassi di interesse

Cosa scalda il franco svizzero così tanto? La fine della stretta monetaria nell’Area Euro.

Dalla Banca Centrale Europea (BCE) è arrivato un segnale chiaro in tal senso niente di meno che dai “falchi”. La tedesca Isabel Schnabel ha scatenato gli acquisti di bond e azioni nella giornata di martedì, allorquando ha fatto presente che non ci saranno ulteriori aumenti dei tassi di interesse. L’inflazione nell’unione monetaria è scesa al 2,4% a novembre, poco sopra il target del 2%.

Resta il fatto che neppure la Banca Nazionale Svizzera (BNS) avrebbe motivo di continuare ad alzare i tassi dall’1,75% a cui li ha portati. L’inflazione è scesa all’1,4%. L’istituto, guidato dal governatore Thomas Jordan, ha sostenuto il cambio quest’anno attraverso vendite di riserve valutarie in euro e dollari per circa 140 miliardi di franchi svizzeri tra gennaio e novembre. Con questa mossa, ha arginato il rischio di importare inflazione tramite il deprezzamento del franco svizzero.

Tensione geopolitica

Ad avere innescato gli acquisti di asset in valuta locale negli ultimi due mesi è stata anche la guerra tra Israele e Hamas. In qualità di porto sicuro per gli investimenti, la Svizzera è meta dei capitali internazionali nelle fase di tensione. Il clima è un po’ più rilassato da qualche settimana a questa parte tra gli investitori. La tregua tra le parti, durata alcuni giorni, ha prospettato un esito meno cruento per la risoluzione del conflitto.

Franco svizzero resta forte, ecco perché

Malgrado ciò, il franco svizzero non ne vuole sentire di indebolirsi contro la moneta unica. D’altra parte, se è vero che la BCE potrebbe presto tagliare i tassi di interesse, avverrebbe in considerazione anche dell’indebolimento dell’economia nell’Eurozona. La Germania è in recessione, la Francia quasi e l’Italia cresce di poco. Inoltre, se guardiamo ai cinque anni precedenti il 2022, l’inflazione media svizzera è stata di circa lo 0,3%. Significa che il mercato sconta un ritorno alla forte stabilità dei prezzi nel paese alpino, per cui i tassi di interesse fissati dalla BNS già appaiono più che allettanti. Tra l’altro, qui l’inflazione ebbe il suo apice solo al 3% contro la doppia cifra raggiunta nell’Eurozona.

Alla domanda se il franco svizzero possa rimanere così forte contro l’euro ancora a lungo, la risposta non può che essere la seguente: dipende dalle mosse future della BNS. Oggi come oggi, ragionando di aspettative, i tassi reali elvetici risultano possibilmente superiori a quelli dell’Eurozona. Al netto dei timori circa le continue tensioni all’interno dell’area e agli stravolgimenti geopolitici in corso, il supporto per la valuta resta forte nel breve termine. L’indebolimento dell’euro è perlopiù auto-inflitto da una politica fiscale ancora tutta da concordare dall’anno prossimo e dall’incompletezza dell’unione monetaria. Il franco svizzero resta forte, perché l’euro continua a non essere un asset affidabile.

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