Philip Morris ha annunciato il taglio di 50 centesimi per quanto riguarda i prodotti a tabacco riscaldato. Si tratta di un modo per “incentivare 12 milioni di fumatori Italiani ad abbandonare le sigarette”.

La mossa di Philip Morris

A spiegare questa scelta è stato Eugenio Sidoli, presidente della filiale italiana di Philip Morris, che a Il Messaggero ha dichiarato: “Vogliamo rimpiazzare i prodotti combusti con tabacco riscaldato e sigarette elettroniche e in linea con questo obiettivo, abbiamo deciso di ritoccare il prezzo degli sticks per rendere accessibile a tutti i fumatori italiani il nostro nuovo prodotto.

Riteniamo giusto che gli incentivi introdotti sui prodotti alternativi alle sigarette alla fine del 2018 vengano riconosciuti ai fumatori”.

La mossa del colosso del tabacco, dunque, non ha lo scopo di aumentare il numero di fumatori ma incentivare all’abbandono delle sigarette di cui, come ha spiegato Sidoli, è stato aumentato il prezzo “per passare ad alternative migliori, il cui prezzo è comunque al di sopra del prezzo minimo di sigarette e trinciati oggi disponibili”.

In Italia il numero di fumatori è costante e non accenna a diminuire nonostante le politiche anti fumo.  A tutti questi fumatori vogliamo offrire un’alternativa che è sicuramente migliore della loro sigaretta, e che ha già convinto oltre mezzo milione di italiani – ha detto Sidoli –  pensiamo anche che questa missione rappresenti un esempio in cui la strategia di business, le aspettative sociali  gli interessi dei fumatori siano in armonia”.

Il mercato italiano

Non a caso l’Italia è uno dei mercati più grandi in Europa per l’acquisto di tabacco. Come riportato di recente da Il Sole 24 Ore, che ha riportato le parole di Massimo Andolina, senior Vice President Operations Philip Morris International, “L’Italia è uno dei paesi principali dove noi compriamo tabacco di alta qualità, 100% rintracciabile. Una cosa che per noi è molto importante, soprattutto adesso che lo utilizziamo nei prodotti senza fumo.

Compriamo in Italia circa 21 milioni di chili di tabacco, compriamo quasi il 50% della produzione nazionale”. 

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