Buone nuove per il nostro Paese arrivano dal FMI, il Fondo Monetario Internazionale, e ci parlano di un Pil in crescita, sia per quanto riguarda il 2024 che il 2025. Per quest’anno infatti la crescita stimata è dello 0,7%, mentre per il prossimo anno avremo lo 0,9%, quindi uno 0,2% in più rispetto a questo favorevole 2024. La situazione economica globale però presenta non poche incertezze, le guerre commerciali sono il grande tema che sta facendo tremar le vene e i polsi degli americani e c’è il rischio che anche sui conti pubblici, potenzialmente in disordine.

C’è una notizia buona e una cattiva

Ci viene in mente una frase sentita più e più volte un po’ da tutti; abbiamo due notizie, una buona e una cattiva. In questo approccio ci viene poi chiesto quale delle due vogliamo ascoltare prima. Stavolta però vogliamo procedere per ordine, così come il FMI ha presentato le sue stime. Anche a livello globale la crescita del Pil registra ottimi numeri. Si parla infatti di +3,2% nel 2024 per poi salire a +3,5% nel 2025. Come abbiamo visto, anche per l’Italia la tendenza è in crescita, quindi il nostro dato parziale trova conferma in quello generale assunto a livello globale. In Germania le stime sono rimate invariate, con il Pil nazionale che crescerà dello 0,2 per cento nel 2024 e dell’1,3 per cento nel 2025. Mentre in Francia la crescita del 2024 è dello 0,7%, mentre il prossimo anno avrà una contrazione dello 0,1%.

Non mancano campanelli d’allarme nello studio offerto dal FMI, in particolare sulla situazione americana, la quale presenta conti pubblici in disordine e soprattutto è minacciata dalle guerre commerciali con la Cina. Non saranno certamente indifferenti le conseguenze dei conflitti bellici attualmente in atto. Altro grosso snodo cruciale sarà inoltre il risultato delle elezioni americane, anche se ormai la vittoria di Trump sembra già scontata, con una percentuale di favore nei sondaggi senza precedenti, si parla addirittura del 70%.

In tutto questo c’è però da considerare il sempre presente rischio dell’inflazione. Come si legge sullo stesso studio, si temono rialzi dovuti alla “mancanza di progressi nella disinflazione dei servizi e le pressioni sui prezzi derivanti da nuove tensioni commerciali o geopolitiche”.

Pil in crescita, ma quanti rischi

Siamo di nuovo alla notizia buona e a quella cattiva. Da una parte il Pil in crescita, dato confermato come abbiamo visto praticamente da tutti i principali Paesi, ma dall’altra una serie di incertezze che possono rivelarsi delle vere e proprie insidie. L’economia globale ne uscirà più o meno forte? Insomma, prevarrà la notizia buona o quella cattiva? A tenere banco è sempre l’inflazione, la quale potrebbe acuirsi proprio a causa delle guerre commerciali. Nello studio di FMI si legge che questa tensione commerciale “potrebbe ulteriormente aumentare i rischi a breve termine per l’inflazione, aumentando il costo dei beni importati lungo la catena di approvvigionamento”.

Ultimo tassello da tenere sempre bene in considerazione per controllare i potenziali rischi è il già citato disordine di alcuni conti pubblici. Ecco a tal proposito cosa si legge nel rapporto: “Le sfide fiscali devono essere affrontate in modo più diretto. Il deterioramento delle finanze pubbliche ha reso molti Paesi più vulnerabili di quanto previsto prima della pandemia. I governi devono ricostruire gradualmente e in modo credibile i loro spazi di bilancio, pur continuando a proteggere i più vulnerabili”.

Riassumendo…

  • il Pil è in crescita, sia in Italia che nel mercato globale, ma le insidie non mancano;
  • conti pubblici in disordine e guerre commerciali tra USA e Cina fanno temere il peggio;
  • gli scontri bellici in atto e le elezioni USA potrebbero ridisegnare l’attuale quadro.