Ci sono buone notizie su Eurovita, la compagnia assicurativa finita a gambe per aria a seguito di una sotto-capitalizzazione rilevata dall’IVASS e le cui polizze sono state “congelate” fino a venerdì 30 giugno. L’accordo tra banche e assicurazioni è finalmente arrivato. Esso punta a mettere in salvo gli investimenti dei clienti. Cinque sono i “big” delle assicurazioni che si spartiranno in parti uguali i 15 miliardi di euro di asset della compagnia, di cui 9 miliardi afferenti alle gestioni separate e 6 miliardi alle unit-linked: Generali, Unipol, Allianz, Poste Italiane e Intesa Vita.

Rileveranno Eurovita per una cifra simbolica e attraverso la costituzione di una newco.

La svolta è arrivata in settimana grazie alle grandi banche: Intesa Sanpaolo, BPER e Banco BPM. Accetteranno di sostenere le piccole banche collocatrici (una quindicina) con un finanziamento di 500 milioni di euro. A seguito dell’accordo, però, saranno necessarie altre settimane per la sua finalizzazione. Ad esempio, la newco dovrà ottenere la licenza assicurativa per operare formalmente sul mercato italiano. Ciò richiederà tempo, per cui probabilmente il “congelamento” delle polizze Eurovita sarà prorogato fino al mese di settembre.

Polizze Eurovita, termini dell’accordo

Vediamo nei dettagli in cosa consiste l’accordo. I gruppi assicurativi si suddivideranno le polizze Eurovita in parti uguali. I clienti diventeranno automaticamente creditori di una delle cinque compagnie. Ciò comporta un aumento delle garanzie nei loro confronti. Potranno decidere se continuare a mantenere le polizze fino alla scadenza o se riscattarle in anticipo. In questo secondo caso, metterebbero mano al portafogli le banche collocatrici fino a 4,5 miliardi a disposizione per i riscatti nel Ramo I. Esse verserebbero alle compagnie le somme necessarie per la liquidazione delle polizze Eurovita e in cambio ne diventerebbero titolari. In questo modo, godrebbero dei rendimenti fino alla scadenza. Dal canto loro, le grandi banche verrebbero in soccorso di quelle più piccole per evitare una crisi di liquidità.

Le assicurazioni si accollerebbero il rischio assicurativo e i costi relativi all’assorbimento del personale di Eurovita. Oneri complessivi stimati in 500 milioni di euro. C’è da scommettere che molti clienti riscatteranno le polizze Eurovita alla prima occasione utile, vuoi per paura dopo quanto accaduto, vuoi per il bisogno di accedere alla liquidità e vuoi anche per poter reinvestire quest’ultima a rendimenti maggiori su altri asset.

Il salvataggio di sistema si è reso necessario per evitare una crisi di fiducia verso l’intero mercato assicurativo italiano, che vale oltre 1.000 miliardi di euro. Le polizze Eurovita risultano “congelate” dai primi giorni di febbraio. Di proroga in proroga siamo arrivati a fine giugno e quasi certamente scavalleremo l’estate senza che i clienti potranno tornare in possesso del proprio investimento, ove lo desiderassero. Si tratterrebbe di avere un altro po’ di pazienza. La buona notizia è, infatti, che finalmente la situazione si è sbloccata. Al massimo in ottobre i riscatti dovrebbero essere nuovamente possibili. Da valutare, in ogni caso, se abbiano senso o se non sia meglio attendere per le unit-linked la risalita dei prezzi per minimizzare le perdite o uscire dal mercato con profitto.

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