L’estate del 2023 fu caratterizzata da due fenomeni apparentemente contrastanti: il pieno recupero del turismo italiano rispetto ai livelli pre-Covid e le forti polemiche sui prezzi alti di ombrelloni, sdraio, cibo e biglietti aerei. L’Italia è il mercato messo meglio in termini di ripresa dell’attività turistica dopo la pandemia. Si prevede il pienone anche per questa estate, ma c’è una grossa novità: i turisti sembrano essere diventati più selettivi.

Polemiche a Gallipoli tra prezzi alti e disservizi

La città di Gallipoli, in provincia di Lecce, è al centro di forti polemiche in questi giorni dopo che un servizio televisivo ha svelato che le presenze risulterebbero in calo del 70-80% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

I prezzi alti sarebbero stati tra le cause principali del disastro, anche se gli esercenti del posto accusano l’amministrazione di cattiva gestione. In particolare, i bagnanti sarebbero costretti a farsi un km di strada a piedi sotto il sole cocente del Salento per raggiungere le spiagge. I posti auto risulterebbero nettamente inferiori alle esigenze.

Giù titoli compagnie aeree in borsa

Già lo scorso anno la Puglia era finita nel mirino, accusata dai media di “spennare” i turisti quando a quattro passi l’Albania offre alternative low cost altrettanto gradevoli a orde di italiani in cerca di relax. Quest’anno c’è un’altra novità ad arricchire il panorama: le compagnie aeree non fanno più le spavalde come dodici mesi fa. E per capirlo bisogna guardare alle loro azioni in borsa, il cui andamento da inizio anno è pessimo: -19% per Lufthansa, -37% per Air France-Klm e -13% per Ryanair. Come mai? Non stanno riuscendo a riempire gli aerei e sono costrette a mitigare le tariffe. Di questo passo, dovranno tagliarle in maniera percettibile se vorranno salvare la stagione.

Turisti superano sbornia post-Covid

Pare che i turisti si siano dati una svegliata, dunque? Non è che l’anno scorso dormissero.

Il 2023 fu il primo anno senza alcuna restrizione anti-Covid. Nei tre precedenti, viaggiare o era stato impedito o fortemente limitato. C’era voglia di tornare a vivere, anche a costo (inevitabilmente) di pagare qualcosa di più. L’impennata della domanda per i servizi legati a mobilità, ristorazione, strutture ricettive e intrattenimento provocò prezzi sempre più alti. In qualche caso, mascherati dai rincari dell’energia, dall’inflazione alle stelle, ecc.

Il 2024 non è più l’anno del ritorno alla normalità, bensì della ricerca di nuove soluzioni contro il carovita. I lidi che pensavano di fare sold-out con ombrelloni e sdraio affittati a peso d’oro, stanno scoprendo che i tempi delle vacche grasse sono già finiti. E chissà se le compagnie si daranno una calmata dopo un biennio di maxi-aumenti, che costringevano nella scorsa estate il governo ad intervenire con un apposito decreto per cercare di frenare la stangata a carico dei passeggeri da e verso Sicilia e Sardegna!

Prezzi alti, concorrenza con i piedi

C’è una fase in cui ai prezzi alti non si può scappare, se non difficilmente, per cui la domanda resta lo stesso elevata. Dopodiché il potere di acquisto si riduce e non consente più ai consumatori di sostenere un costo della vita stratosferico, specie per spese non strettamente fondamentali come andare in vacanza. A quel punto, la domanda diventa più selettiva. I servizi giudicati immotivatamente cari vengono scartati a favore di altri più economici. Per fortuna i turisti stanno trovando alternative, a quanto a pare, nello stesso Bel Paese. Come insegnava Luigi Einaudi, la concorrenza si fa con i piedi. Girare i tacchi e dirigersi altrove per mettere in riga il mercato.

[email protected]