Solamente un mese fa, stava sotto 25 euro per Mega-wattora. Ieri, era salito sopra 55 euro e il trend ascendente non sembra volersi fermare. Il prezzo del gas torna protagonista delle cronache finanziarie, ormai ai massimi dal febbraio scorso. Certo, c’è da considerare che un anno fa di questi tempi si attestava su valori quasi tripli. E aggiungiamo che l’avvicinarsi dell’inverno coincide un po’ sempre con l’aumento delle quotazioni, perché è naturale che la domanda aumenti. Finora, bisogna ammettere che il clima ci ha graziati.

Non ci sono temperature rigide in giro per l’Europa, mentre in gran parte dell’Italia sembra vivere la coda di un’estate infinita. Le spiagge al Sud sono prese d’assalto nei fine settimana.

Sabotaggio gasdotto Mar Baltico

A parte fattori stagionali, il prezzo del gas sta impennandosi per due eventi specifici. Uno riguarda il pipeline Balticconnector che trasporta la materia prima tra Finlandia ed Estonia. Nei giorni scorsi, è stato oggetto di sabotaggio da parte di un responsabile ancora sconosciuto. Grosse perdite sono state registrate nel Mar Baltico. Le indagini per accertare eventuali responsabilità dureranno giorni, mentre la riparazione impiegherà cinque mesi. La riapertura avverrebbe non prima dell’aprile prossimo, ad inverno finito.

Il gasdotto possiede una capacità di 7,2 milioni di metri cubi al giorno, per cui l’Europa dovrà fare a meno complessivamente di quasi 1,1 miliardi di metri cubi per l’inverno. Un atto deliberato da una qualche potenza ostile? Le strade portano a Mosca, anche se i governi dei due paesi baltici coinvolti non si sbilanciano. Se davvero fosse accertato che dietro vi sia stata la Russia, si tratterebbe di un attacco alle infrastrutture di uno stato NATO. Insomma, la temperatura con il Cremlino si surriscalderebbe ulteriormente.

Israele chiude giacimento per ragioni di sicurezza

Poi c’è stata la chiusura di un giacimento di gas in Israele per ragioni di sicurezza dopo il sanguinario attacco di Hamas della settimana scorsa.

Ciò ridurrà le esportazioni di LNG attraverso l’Egitto e in direzione Europa. Fin qui, le cattive notizie. La buona è che l’Italia, ma nel complesso tutta Europa, sta arrivando all’inverno con un tasso di riempimento delle proprie riserve al 95-96%, cioè praticamente ai massimi. In buona sostanza, il prezzo del gas non dovrebbe comportare all’impatto grosse variazioni per le tariffe dei consumatori.

Prezzo gas non spaventa più come prima

Usiamo il condizionale, perché la realtà pratica rischia di essere molto meno poetica. In teoria, basterebbe utilizzare le riserve acquistate a prezzi nettamente inferiori nei mesi scorsi per evitare bollette salate. Ma queste sono indicizzate all’andamento del mercato di mese in mese, ragione per cui risentiranno certamente delle variazioni al rialzo in corso. Ad ogni modo, avremo gas a sufficienza per scavallare l’inverno senza eccessivi patemi d’animo. E poiché lo stesso accade nel resto d’Europa, prima o poi la fiammata dei prezzi dovrebbe rientrare per la legge della domanda e dell’offerta.

A proposito, ieri la premier Giorgia Meloni ha trascorso ventiquattro ore in Congo e Mozambico. Dai due stati africani l’Italia riceverà per questo inverno 2 miliardi di metri cubi di gas e, a regime, cioè entro 1-2 anni, fino a 8,5 miliardi. In pratica, quest’area del mondo peserà per una percentuale elevata del nostro fabbisogno nazionale. Come ha fatto presente l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, stiamo per azzerare del tutto le nostre importazioni dalla Russia. Il prezzo del gas alla Borsa di Amsterdam non fa più la stessa paura di un anno fa.

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