Spesa militare al 2% del PIL, ecco quanto spenderemo in più e per cosa

La spesa militare in Italia è destinata a salire con la corsa al riarmo in Europa per reagire alle minacce nemiche, a partire dalla Russia
3 anni fa
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Spesa militare

L’Europa è caduta dal pero e con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ha preso atto della necessità di riarmarsi per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale. Lo farà persino la Germania con stanziamenti per 100 miliardi di euro a favore della difesa. Un ordine del giorno presentato dalla Lega e votato da quasi tutto il Parlamento impegna l’Italia a centrare l’obiettivo del 2% del PIL per la spesa militare.

Tale obiettivo è contemplato negli accordi tra gli stati appartenenti alla NATO, l’Alleanza Atlantica che raggruppa il nucleo fondamentale dell’Occidente.

La misura del 2% non è qualcosa di scientifico, un po’ come il deficit massimo del 3% scritto nel Patto di stabilità. Semplicemente, i governi hanno fissato una soglia raggiungibile da tutti senza enormi sacrifici e al di sotto della quale giace la maggioranza di loro. L’ex presidente americano Donald Trump minacciò di depotenziare la NATO nel caso in cui gli alleati non avessero contribuito per quel benedetto 2% del PIL concordato.

La spesa militare in Italia ammontava a 25 miliardi nel 2021, in crescita del 12,4% rispetto all’anno precedente. Quest’anno, per la prima volta sfonderebbe il muro dei 25 miliardi, salendo a 26,8 miliardi. Tuttavia, in rapporto al PIL potrebbe scendere all’1,4% da quasi l’1,5% del 2021. Ipotizzando di raggiungere l’obiettivo già l’anno prossimo, quando il PIL nominale dell’Italia si attesterebbe a non molto meno di 2.000 miliardi di euro, il budget per la difesa dovrebbe salire nei pressi dei 40 miliardi. Rispetto ad oggi, del 50%. In termini assoluti, circa 13 miliardi in più.

Spesa militare con più armi e meno stipendi

Negli accordi NATO, un altro impegno riguarda quello di destinare almeno il 20% della spesa militare agli investimenti nei nuovi sistemi d’arma. L’Italia allo scopo quest’anno ha stanziato 2,9 miliardi in capo al Ministero dello Sviluppo economico, circa 360 milioni in meno dello scorso anno.

Farebbe neppure l’11% del budget complessivo, la metà di quanto richiesto. Questa cifra andrebbe elevata a quasi 8 miliardi di euro nel caso in cui centrassimo entrambi i suddetti obiettivi fissati, +5 miliardi da oggi. Capiamo benissimo perché una società come Leonardo abbia guadagnato in borsa circa il 47% dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, pari a 1,8 miliardi di maggiore capitalizzazione.

La spesa per il personale (stipendi) assorbe in Italia il 60,5% di quella militare complessiva, qualcosa come 15 miliardi nel 2021. Si tratta di gran lunga della percentuale più alta tra gli stati principali della NATO, dove gli USA esibiscono un modesto 37,5%, Regno Unito 32,7%, Francia 42,5% e Germania 41,7%. Innalzando la spesa militare, quasi certamente l’incidenza degli stipendi si ridurrebbe, visto che il budget extra finanzierebbe altre voci. Ad esempio, a 40 miliardi e stipendi in crescita del 10% rispetto al dato del 2021, i secondi scenderebbero intorno al 40%, in linea con Francia e Germania.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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