Il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha firmato il decreto con cui ha fissato i nuovi massimali sui prezzi di 40 voci di spesa legate ai lavori edilizi con il Superbonus 110, Ecobonus e bonus ristrutturazione. Saranno incrementati del 20%, al fine di tenere conto degli aumenti dei prezzi dei materiali di quest’ultimo anno. E aspetto non meno importante per le ditte, restano esclusi da tali massimali l’IVA, gli oneri professionali e i costi di posa in opera. I prezzi saranno rivisti annualmente per essere adeguati alle mutate condizioni del mercato.

Ma in queste settimane il problema dei problemi è diventato lo stop alla cessione del credito plurima. Stando al decreto Sostegni-ter di inizio febbraio, il governo ha posto un limite di una sola operazione, due nel caso dei contratti firmati fino alla giornata di ieri. La decisione era stata presa per frenare le truffe, ammontanti a 4 miliardi di euro, secondo le indagini giudiziarie ancora in corso. Di queste, però, emerge che solamente il 3% riguardino il Superbonus 110, pur a fronte del 34% delle risorse ad esso destinate nel 2021, mentre la parte del leone la fa il bonus facciate, un incentivo edilizio sprovvisto delle asseverazioni.

Secondo il governo, la cessione del credito illimitata incentiverebbe le truffe, in quanto darebbe vita a passaggi di mano veloci dei crediti fiscali senza che, ad un certo punto, sia possibile verificare cosa vi si celi dietro. Tuttavia, gli operatori del settore hanno criticato duramente la stretta, che finirebbe per rendere praticamente non sfruttabile il Superbonus, colpendo le famiglie meno abbienti. Molte ditte, infatti, hanno da settimane fermato i cantieri, volendo prima accertarsi che lo sconto in fattura praticato ai clienti possa essere monetizzato. Le critiche hanno colpito nel segno, tant’è che il governo sta per presentare modifiche al testo del Sostegno-ter.

Superbonus incentivo contro le emissioni di CO2

Quali sarebbero? Anzitutto, la cessione del credito sarebbe bollinata, così che si sappia di quali lavori sia rappresentativa.

E sarebbe ripristinata la cessione plurima, forse limitata a tre volte, purché successivamente alla prima solamente tra istituti vigilati dalla Banca d’Italia. Un modo per impedire passaggi tra società opache. Il diradamento delle nubi sopra questo meccanismo ha spinto Cassa depositi e prestiti e Poste Italiane a riattivare le relative piattaforme per l’accettazione di nuove operazioni di cessione. Il governo spera con l’avvertimento di queste settimane di giungere a un duplice obiettivo: dissuadere i malintenzionati dal porre in essere ulteriori truffe e calmierare i prezzi.

Detto ciò, Reti Professioni Tecniche non solo difende la cessione del credito legata al Superbonus, ma ha altresì proposto di rendere tale incentivo strutturale, della durata non inferiori ai 20 anni. Può sembrare una provocazione dinnanzi alle polemiche in corso, ma non lo è affatto. L’Unione Europea punta a implementare nei prossimi anni l’agenda green, già inclusa nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, con l’obiettivo di abbattere le emissioni inquinanti nette a zero entro il 2050. Gli immobili incidono per il 40% dei consumi energetici e il 36% delle emissioni di CO2 nel continente. Solamente l’1% di essi è sottoposto a ristrutturazione ogni anno. Se tutto lo stock fosse ristrutturato, spiega la stessa UE, i consumi energetici scenderebbero del 5-6% e le emissioni del 5%.

In mesi di caro bollette alle stelle, studiare il modo di potenziare l’efficienza energetica degli edifici sarebbe basilare per l’agenda green. Il Superbonus da solo non sarebbe verosimilmente sufficiente, dato che implica alti costi a carico del bilancio statale rispetto alla quantità di immobili da ristrutturare annualmente. Tuttavia, se il meccanismo diventasse strutturale, la corsa ai lavori frenerebbe e con essa anche quella dei prezzi. A parità di spesa, il numero degli edifici resi più efficienti e stabili aumenterebbe.

L’alternativa sarebbe lasciare l’immenso patrimonio edilizio italiano nell’incuria come nei decenni passati. E solo lo sconto in fattura, ergo la cessione del credito, sarebbe capace di garantire alle famiglie di vivere in immobili moderni e che consumino di meno, a beneficio della fattura energetica nazionale.

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