Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, avrà tirato un grosso sospiro di sollievo e magari stappato qualche bottiglia di Lambrusco. La notizia è di quelle che merita tanta euforia. Ieri, l’Eurostat ha definito “non pagabili” le detrazioni legate alle norme sul Superbonus entrate in vigore dal marzo del 2024 con il varo dell’apposito decreto legge. E per quello che vedremo, la decisione dà sollievo ai conti pubblici italiani, sui quali si sarebbe abbattuta altrimenti una zavorra da decine di miliardi di euro.

Per quanto fosse nell’aria dopo le elezioni europee, la nuova classificazione darà una grossa mano al governo di Giorgia Meloni sulla redazione della prossima legge di bilancio.

Cosa cambia dopo decisione Eurostat

Nei dettagli, l’Eurostat ha confermato che le detrazioni ammesse con sconto in fattura e cessione del credito per il Superbonus fino al marzo di quest’anno debbano considerarsi “pagabili”. Quelle successive al dl saranno classificate come “non pagabili”. Qual è l’effetto concreto di tale distinzione? Le spese effettuate dai proprietari di case per i lavori di ristrutturazione tra il 2020 e fino a qualche mese fa sono da caricarsi interamente nell’anno in cui sono state sostenute. Dunque, ciò non muta i saldi di bilancio per gli esercizi passati, i quali erano già stati caricati di tale spese. E su quest’anno ci sarà un impatto limitato alle detrazioni ancora ammesse con sconto in fattura e cessione del credito fino al dl di marzo.

Invece, le spese effettuate in relazione ai lavori soggetti alle nuove norme vanno spalmate negli anni di ammissione delle detrazioni. Questi sono stati portati da 4 a 10. Ad esempio, se lo stato registrasse quest’anno cantieri avviati con il Superbonus 2024 per spese complessive pari a 30 miliardi, sul deficit di quest’anno ricadranno 3 miliardi, cioè un decimo dell’intero importo. Se le detrazioni fossero state classificate come “pagabili”, tutti i 30 miliardi sarebbero stati da conteggiare nell’esercizio in corso.

In questo modo, i margini di manovra per l’esecutivo sarebbero stati più che azzerati, a maggior ragione che da quest’anno è tornato in vigore il Patto di stabilità, pur in una versione rivisitata.

Pericolo scampato

C’era il rischio che l’Eurostat rivedesse i criteri di classificazione delle detrazioni con il Superbonus con riferimento agli anni precedenti al 2024. Poiché molti cantieri alla fine dell’anno scorso risultavano bloccati per lavori di qualche decina di miliardi di euro, l’istituto avrebbe potuto riclassificare le relative spese come “non pagabili”. Se così, sarebbero state da spalmare negli anni successivi e non interamente caricate in quelli in cui furono effettuate. Di conseguenza, il deficit sarebbe stato abbassato per gli esercizi 2020-2023 e aumentato per gli anni successivi. Il sollievo passato non avrebbe avuto alcuna importanza, mentre l’aumento del disavanzo da quest’anno avrebbe avuto effetti devastanti sul piano dei conti pubblici.

Superbonus 2024, sollievo per contribuenti da Eurostat

La materia è complessa. Chi si sofferma a leggere i titoli dei giornali, probabilmente nutrirà qualche timore riguardo alla portata del dibattito. Imprese e famiglie, in particolare, potrebbero dedurre che per l’Eurostat le detrazioni legate al Superbonus 2024 non vadano riconosciute. Non si tratta affatto di questo. E’ una questione squisitamente contabile. Ci basti sapere che da ieri possiamo ritenerci un po’ più soddisfatti come contribuenti. Non saremo tenuti a fronteggiare a mani nude il nodo dei debiti generati dagli incentivi edilizi più generosi della storia mondiale.

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