La dea bendata si è presentata a Rovigo ieri, esattamente a una tabaccheria a quattro passi dal centro, dove è stata giocata la schedina vincente del Superenalotto. Con appena 3 euro qualche fortunato si è portato a casa la bellezza di 85 milioni e 102 mila euro. Poiché in Italia devi condividere anche la fortuna con lo stato, il 20% della somma sopra i 500 euro se ne andrà in tasse: 17 milioni. Comunque sia, al giocatore resteranno in tasca pur sempre 68 milioni, che la vita la cambiano ugualmente.

Il titolare Giampietro Fornasiero ha spiegato ai giornalisti che da ieri sera affollano la sua attività che la tabaccheria è frequentata di solito dai poliziotti che lavorano nella vicina Questura e che qui si servono per le sigarette e da pendolari che comprano i biglietti del bus. La speranza, aggiunge, è che il jackpot sia andato a chi ne aveva bisogno. Ecco la sestina vincente: 9, 10, 19, 40, 52 e 56.

Italiani malati di gioco, ludopatia diffusa

Il Superenalotto esiste in Italia sin dalla fine del 1997. Ha oltrepassato il quarto di secolo e ha cambiato in breve tempo il rapporto tra gli italiani e il gioco basato sulle scommesse. Non che prima non esistesse, ma le cifre in ballo sono diventate molto più elevate, trasformandosi in giocatori anche milioni di padri e madri di famiglia apparentemente estranei all’azzardo. I numeri sono stupefacenti: nel 2022 gli italiani hanno speso per le giocate oltre 140 miliardi. Rileggete bene: centoquaranta miliardi!

Di questi, oltre 70 sono stati spesi nel gioco online, che ormai ha superato il gioco fisico. E anche questo dato rivela quanto sarebbe complicato eventualmente contrastare il fenomeno della ludopatia, se basta connettersi ad uno smartphone per scommettere su numeri vincenti, risultati sportivi, ecc. Senza scomodare la medicina, c’è senz’altro del patologico in una nazione in cui milioni di famiglie lamentano di non arrivare alla fine del mese, investe poco nell’istruzione e non si garantiscono per la vecchiaia con una qualche forma di previdenza integrativa.

Cifre in gioco ignote all’uomo comune

Il leitmotiv di queste carenze è sempre l’assenza di risorse a disposizione. Peccato che siano proprio le famiglie meno istruite e con redditi medio-bassi ad essere coinvolte principalmente dal fenomeno della ludopatia. Proprio coloro che avrebbero bisogno di gestire meglio le proprie finanze, anche in ottica futura. Intendiamoci, non c’è proprio nulla di male nel giocare una schedina ogni tanto del Superenalotto o scommettere su una partita di calcio. Lo avremmo fatto tutti almeno una volta nella vita. Diventa un problema quando ciò crea un impulso insopprimibile o quando si rincorre l’uscita di un numero, sentendosi costretti a scommettere puntualmente e magari somme sempre più alte per cercare di recuperare le puntate precedenti.

Ma non è di questo che vorremmo discutere. Il Superenalotto mette sul piatto cifre inimmaginabili per l’uomo comune. La quasi totalità di noi italiani non avrà mai avuto in banca un solo milione di euro, anzi neppure la metà o un quarto di quella cifra. Pensate allo choc di vedersi accreditate decine e decine di milioni di euro in una sola volta. Cosa farne, al di là di soddisfare le proprie esigenze quotidiane basilari ed eventualmente di estinguere debiti con la banca come il mutuo?

Vincere al Superenalotto, come cambiare vita?

I 68 milioni netti vinti ieri sono tanta roba. Speriamo non solo che siano andati nelle mani di chi ne aveva bisogno, ma anche di chi si mostri capace di gestire una simile somma, magari facendosi assistere da persone competenti. Il fai da te a certi livelli può diventare deleterio. Sono numerosi i casi documentati di persone vincitrici di un ricco jackpot negli Stati Uniti, dove la loro identità è resa pubblica, che nel giro di pochi anni si ritrovano a vivere letteralmente peggio di prima.

Colpa di investimenti sbagliati e di scelte di vita improvvisate.

Già, perché oltre agli affari c’è un tema che serpeggia sempre come battuta tra gli italiani: se vincessi al Superenalotto, cambieresti città o nazione? Risulterebbe difficile, se non impossibile, giustificare un cambiamento di vita radicale senza svelare la vincita a parenti ed amici. E il passo successivo sarebbe nel caso di resistere all’assalto proprio di zii, cugini mai visti, conoscenti improvvisamente amorevoli dopo essere stati finanche indifferenti. C’è in gioco la qualità della vita. Tanto che alcuni vincitori americani avrebbero stramaledetto il giorno in cui hanno vinto.

In definitiva, il Superenalotto è una sfida con sé stessi. L’evento remoto della vincita rappresenterebbe solo il primo passo di un cambiamento, che metterebbe a dura prova la nostra capacità di gestire l’evoluzione dello status, gli investimenti di natura finanziaria, immobiliare e imprenditoriale, nonché le trasformazioni nelle relazioni interpersonali e persino possibili trasferimenti. Pensiamoci prima di grattare o di segnare qualche numero o risultato con una X su una schedina.

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