Nel 2024 pagheremo 20 euro in meno di canone Rai con la bolletta della luce. Lo ha stabilito la legge di Bilancio all’art.8, fortemente voluto dal segretario della Lega, Matteo Salvini. L’ammontare da pagare scenderà complessivamente da 90 a 70 euro. Tuttavia, il gioco delle tre carte è sempre in agguato in Italia quando si tratta di fare risparmiare teoricamente qualche spicciolo ai contribuenti. In effetti, da un lato pagheremo 20 euro in meno come utenti della tv di stato, dall’altro il risparmio netto totale sarà minimo e pari a soli 20 milioni di euro.

A tanto equivarranno i minori trasferimenti a favore di Viale Mazzini. Peccato che 20 euro in meno, moltiplicati per circa 21 milioni di utenti paganti, farebbero qualcosa come 420 milioni. Quasi tutta questa differenza sarà coperta dallo stato, che attingerà allo scopo alla fiscalità generale. Ergo, i risparmi sul canone Rai saranno compensati da una maggiore imposizione fiscale altrove.

Rai chiede più pubblicità

Sta di fatto che a Viale Mazzini già si levano le proteste. I dirigenti non solo lamentano il taglio dei 20 milioni, tra l’altro a fronte di un’alta inflazione che fa lievitare i costi, ma pretendono che il governo restituisca anche i 110 milioni che ogni anno dal canone Rai sono detratti per finanziare l’editoria. La riduzione del personale per il momento è esclusa (la Rai è un ufficio di collocamento per definizione) e non sarebbero in previsione altre forme di riduzione dei costi. Ed è così che la soluzione arriverebbe da un possibile aumento dei ricavi. Come? Alzando il tetto all’affollamento pubblicitario, fissato al 6%.

Tensioni Mediaset-governo su caso Giambruno

Questa misura dispiacerebbe ai telespettatori, che si sorbirebbero una quantità maggiore di pubblicità. Ma a dare fastidio sarebbe soprattutto alla concorrenza, cioè principalmente a Mediaset. Se dopo il taglio del canone Rai la tv pubblica avesse modo di offrire maggiori spazi pubblicitari, va da sé che il prezzo di ogni spot tenderebbe a scendere.

E’ la solita, noiosa legge della domanda e dell’offerta. Ciò colpirebbe i bilanci di tutti i player sul mercato. E qui si apre un dibattito che va avanti da decenni. Giusto che la tv pubblica trasmetta più pubblicità o dovremmo pagare un importo più alto per il canone Rai?

Tutto il centro-destra è a favore della riduzione del balzello, da sempre. Compresa Forza Italia, che tutela l’interesse di Mediaset. Solo che questa non accetterebbe la soluzione di aumentare il tetto alla pubblicità alla Rai. In questi giorni, c’è stata maretta tra Cologno Monzese e Palazzo Chigi sul caso Giambruno. Alcune esternazioni imbarazzanti e sessiste dell’ex compagno della premier Giorgia Meloni, captate nei fuori onda, sono state trasmesse da Striscia La Notizia. Ne è scaturito un forte imbarazzo per il capo del governo, che non ha gradito quello che ai suoi occhi sembra essere stato un agguato mediatico.

Taglio canone Rai occasione di rivalsa per Meloni?

Mercoledì pomeriggio è scesa in campo Marina Berlusconi per smentire alcune ricostruzioni, secondo le quali la famiglia del defunto Cavaliere abbia in antipatia la premier per alcune sue decisioni e affermazioni. La primogenita dell’ex premier ha confermato fiducia e stima in Meloni. Giorni prima, il presidente di Mediaset, Piersilvio, le aveva chiamato per rassicurarla circa il fatto che non fosse a conoscenza degli audio. Il taglio del canone Rai può trasformarsi nell’occasione per Palazzo Chigi per inviare un segnale a Mediaset. Se il governo avallasse l’aumento del tetto pubblicitario, sarebbe la conferma che i rapporti con il Biscione non siano così ottimali come da tutte le parti si tende a spiegare.

Difficile che una soluzione del genere passi. Incontrerebbe l’opposizione di Forza Italia e comprometterebbe forse in via definitiva il dialogo tra premier da una parte e Marina e Piersilvio dall’altra.

Probabile, però, che qualche segnale arrivi a questi ultimi. Il caso Giambruno non può essere derubricato a semplice satira, né si può minimizzare l’accaduto e il suo impatto mediatico a carico della vita privata della premier. Uno sgarbo che rischia di costare caro alla famiglia Berlusconi. Non è così che si tratta colei che dovrebbe guardarti le spalle.

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