Sono tempi duri per i proprietari di immobili e, più in generale, per quanti abbiano investito i loro risparmi, accumulando un discreto patrimonio. L’esigenza di fare quadrare i conti non risparmia nessuno in Europa, ma l’ultima tassa patrimoniale escogitata dal Portogallo ha dell’incredibile. Ad ottobre, il governo di Antonio Costa, il premier socialista in carica da un anno, ha varato una norma, con la quale aumenterà del 20% l’IMU lusitana sui metri quadrati di un’abitazione esposti alla luce del sole e/o alla vista di un bel panorama.

La misura è stata rivendicata con orgoglio dal ministro delle Finanze, Rocha Andrade, che l’ha difesa con la necessità di reperire risorse senza gravare sulla parte più debole della popolazione, ma agendo in maniera equa. Le maggiori entrate stimate da questo provvedimento servirebbero a finanziare l’aumento delle pensioni, che Costa ha voluto, insieme alla sua inedita maggioranza di sinistra-sinistra, in dissenso palese con le sollecitazioni della Commissione europea, che chiede a Lisbona di rientrare nel tetto del deficit al 3% del pil. (Leggi anche: Portogallo, s’insedia governo anti-austerità)

Deficit portoghese resta alto

Il 2015, che doveva concludersi con un disavanzo del 2,5%, invece, ha esitato un 4,4%, complice il salvataggio di Novo Banco con soldi pubblici. E non sapendosi cosa inventare per finanziare le misure di spesa, frutto di accordi intercorrenti tra i quattro partiti della maggioranza (socialisti, comunisti, Blocco di Sinistra e Verdi), eccoti la tassa sulla luce del sole e il panorama. (Leggi anche: Portogallo, nuova crisi del debito sovrano non esclusa)

Al contempo, però, chi ha un immobile esposto verso nord o a una pessima vista, come un cimitero, potrà usufruire di una decurtazione dell’imposta fino al 10%. La nuova IMU in salsa portoghese varrà dal gennaio prossimo solo per le abitazioni di nuova costruzione e quelle riassegnate, ma le polemiche sono furenti nel paese.

 

 

 

 

Tassa patrimoniale sopra 600.000 euro

Per prima cosa, non si capisce bene come e chi potrà determinare gli effettivi metri quadrati di esposizione al sole e quale possa considerarsi una bella vista panoramica o meno. Tralasciando il non trascurabile caos, che quasi certamente scaturirà nei mesi prossimi tra gli uffici del catasto, diverse associazioni di costruttori hanno manifestato già da mesi la loro contrarietà, sostenendo come negli ultimi dieci anni, al fine di migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni, molte palazzine siano state costruite proprio esposte a sud, in modo da sfruttare la luce del sole e abbassare i consumi.

Ciò che sembrava essere una buona idea (e lo è), si sta rivelando una pessima soluzione ai fini fiscali, perché adesso lo stato quasi incentiva i costruttori a fabbricare immobili con vista verso nord e magari a ridosso di un burrone o di un cimitero.

La stangata non finisce qui, perché la maggioranza ha trovato un accordo per tassare i patrimoni di valore almeno pari a 600.000 euro, incluse le abitazioni. Il tutto è finalizzato a spostare il peso della tassazione dai dipendenti pubblici, in particolare, al settore privato e dalle imposte dirette a quelle indirette, come già accaduto con l’IVA. Forse il governo Costa non arriverà a fine legislatura, essendo frutto di un’alchimia parlamentare, ma ad oggi ha dimostrato che la sua sopravvivenza viene prima del buon senso. Chissà che certe idee non travalichino i confini della penisola iberica. (Leggi anche: Il Portogallo abbandona l’austerità)