E’ il fenomeno musicale e, più in generale, artistico e mediatico di questi anni. Taylor Swift è entrata proprio quest’anno nella lista dei miliardari stilata costantemente da Forbes con un patrimonio stimato in 1,3 miliardi di dollari netti. Tutti la cercano, tutti la vogliono. E non solo per le sue canzoni, che possono piacere o meno a seconda dei gusti personali. Il fatto indiscutibile è che la bella bionda del Pennsylvania macina fatturato ovunque vada.

Cos’è Swiftflation

Nei mesi scorsi il suo nome ha acceso le tensioni tra Singapore e altri stati del sud-est asiatico dopo che la città-stato aveva siglato un accordo di esclusiva nella regione con la cantante statunitense.

Da mesi è in giro con il suo Eras Tour, che sta facendo tappa proprio in Europa. Dovete pensare che la Banca d’Inghilterra si specula che possa non tagliare i tassi di interesse nemmeno al board di luglio proprio per l’effetto Swift. Gli studi calcolano che nelle aree in cui la cantante va in tour, i prezzi al consumo risultano aumentati fino allo 0,7%. Per questa ragione si parla di Swiftflation. I suoi fans o “swifties” spenderebbero in media 1.400 dollari tra volo, pernottamento, ristoranti, biglietto e altro.

Solamente la presenza di Swift a Parigi farebbe fatturare alla città più dei Giochi Olimpici. In Svezia l’ente per il turismo ha stimato una spesa legata ai suoi concerti per 50 milioni di euro. Negli Stati Uniti il suo Eras Tour si stima che abbia contribuito al Pil nel 2023 per 4,3 miliardi di dollari. In pratica, i suoi concerti equivarrebbero oramai a veri e propri eventi di portata globale come le manifestazioni di calcio o di altri sport. L’impatto sulle economie locali risulta senza dubbio positivo. Per l’Italia canterà a Milano, unica tappa nazionale del suo tour.

Taglio tassi BCE più lontano

Che Taylor Swift canti in Europa per la Banca Centrale Europea (BCE) si traduce in una buona notizia.

Il solo timore che possa surriscaldare l’inflazione nelle aree urbane in cui sarà in concerto, spinge Francoforte ad una maggiore cautela sul secondo taglio dei tassi di interesse a luglio. In pratica, ci sarebbe il rischio che i servizi vedano accelerare la crescita dei prezzi e, pertanto, meglio prendersi una pausa e rimandare ogni decisione per settembre. Per allora saranno disponibili i nuovi dati macro. Era quello che serviva ai “falchi” per fare pendere la bilancia delle argomentazioni in proprio favore.

Effetto Swift sui mutui

Tutto ciò vi potrà sembrare assurdo, ma l’effetto Swift sui tassi è stato indagato dalla Federal Reserve di recente, anche se c’è stato il tentativo successivo di sminuirne la portata. C’è da dire che il tour in Europa coincide con l’alta stagione turistica, per cui sarà probabilmente più difficile capire se e in quale misura la pop star avrà smosso al rialzo i prezzi. Saranno solo canzonette, ma il loro impatto suona minaccioso per chi ha un mutuo a tasso variabile o intende contrarre un prestito ipotecario per l’acquisto di un’abitazione. Un minimo rialzo dell’inflazione contribuirebbe a rinviare il secondo taglio dei tassi a dopo l’estate. Per essere sinceri, già prima che Swift sbarcasse nel Vecchio Continente, lo davamo per molto probabile. Adesso, le probabilità di un annuncio a fine luglio appare ancora più remoto.

[email protected]