Al latte, fondente, extra-fondente, con o senza sorpresa, artigianale o industriale, al gusto di pistacchio o con granella di nocciola, per grandi e adulti non ha importanza. Le uova di Pasqua restano una tradizione indiscussa in Italia, costi quel che costi. E sono proprio i rincari che in questi giorni stanno facendo strabuzzare gli occhi a più di una famiglia. Facendo il giro tra gli scaffali decorati dei supermercati, a colpo d’occhio la prima cosa che possiamo notare è che i prezzi sono aumentati.

E in alcuni casi, anche di tanto. Non chiamatela percezione, perché così starebbero le cose. Codacons stima i rincari medi di quest’anno al 24% dopo il già pesante +15,4% dell’anno scorso. Per alcune marche, arriverebbero al 40%.

Boom del prezzo del cacao

Boom del prezzo del cacao © Licenza Creative Commons

Uova di Pasqua più care per il boom del cacao

E per fortuna che le festività sono arrivate, altrimenti avrebbero potuto accusare aumenti ancora più scioccanti. Ieri, sul mercato internazionale il prezzo del cacao è arrivato a salire nei pressi del nuovo record storico di oltre 8.600 dollari per tonnellate. Su base annua, un boom del 200%. I prezzi sono praticamente triplicati. Ma il punto è che stanno accelerando in maniera spaventosa nelle ultime settimane: +70% in appena un mese.

Man mano che dall’Africa – Ghana e Costa d’Avorio in testa – le consegne di cacao stanno diminuendo, i prezzi non possono che esplodere. Cambiamenti climatici, certo, ma anche disinvestimenti che perdurano da troppo tempo e con la conseguenza che le ultime nuove piantagioni risalgono ad oltre una ventina di anni fa e fruttano sempre meno. La scarsa offerta, associata a una domanda mondiale sostanzialmente invariata e, anzi, persino in crescita tra le economie avanzate, provoca i bruschi rincari di questi mesi.

Forti aumenti del cioccolato nei prossimi mesi

E gli esperti invitano alla pazienza, perché i contraccolpi più visibili li noteremo nei prossimi mesi, cioè quando il cacao acquistato a prezzi d’oro dall’industria sarà stato lavorato per arrivare nelle nostre tavole.

In fondo, in queste settimane stiamo pagando il cacao quando costava a 3-4.000 dollari per tonnellata. Una batosta non solo per le uova di Pasqua, insomma. C’è un’intera industria in Europa che rischia di dover trasferire i maxi-aumenti ai consumatori, con il rischio di contribuire alla ripresa dell’inflazione dopo i cali degli ultimi mesi.

Occhio al fattore peso

Quando acquistiamo uova di Pasqua, comunque, non è il solo prezzo in sé che dobbiamo guardare per capire la convenienza. C’è una grande variabilità di peso da produttore a produttore e tra linea e linea dello stesso produttore. Ad esempio, il Kinder Gran Sorpresa da 150 grammi costa 11,99 euro. Farebbero 79,93 euro al kg. Lo stesso Kinder Gran Sorpresa da 220 grammi da 15,99 euro costerebbe 72,68 euro al kg e quello da 320 grammi da 19,99 euro “solo” 62,47 euro.

Anche le altre marche fanno lo stesso. Bauli fondente da 365 grammi da 16,90 euro costerebbe 46,30 euro al kg, mentre quello da 240 grammi costa 12,49 euro, che sarebbero 52,04 euro al kg. Questo vuol dire che i produttori spingono i clienti a comprare uova di Pasqua dal peso maggiore. Una politica di marketing che trova solo parzialmente riscontro nel sostenimento dei costi fissi, i quali incidono in misura più rilevante sulle unità di minori dimensioni.

Quantità di cacao in calo in molte confezioni di cioccolato

Quantità di cacao in calo in molte confezioni di cioccolato © Licenza Creative Commons

E alla quantità di cacao

E c’è ancora un’altra variabile a cui prestare attenzione, vale a dire alla percentuale di cacao. Se vogliamo, è un altro caso di shrinkflation. Anziché aumentare i prezzi, perlomeno nella stessa misura dei costi, alcuni produttori stanno preferendo ridurre la quantità di cacao presente nelle uova di Pasqua.

Il risultato è che i consumatori suppongono eventualmente di comprare allo stesso prezzo di un anno fa, mentre stanno pagando di più rispetto al peso effettivo della materia prima.

Vendite di uova di Pasqua non soffrono

La buona notizia per l’economia italiana è che le vendite di uova di Pasqua sarebbero all’incirca quanto quelle dell’anno scorso, se non in leggero aumento. I forti rincari non starebbero disincentivando le famiglie all’acquisto. Se l’anno scorso il giro d’affari dovrebbe essere stato di 275 milioni di euro, i numeri in valore sembrano destinati a lievitare per il 2024. Positivo sarebbe l’effetto di sconti praticati alla clientela, così come i coupon concessi per acquistare altri prodotti e la politica di giocare con le sorprese. Molte uova di Pasqua sono regali e, al di là del fattore prezzo, diventano tanto più invitanti, quanto più prospettano la possibilità per chi le riceve di trovare un dono gradito. Per adesso la crisi del cacao non è arrivata a tavola.

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