Ecotassa Shein: da 5 a 10 euro in più su ogni capo Fast Fashion

Addio ai prezzi stracciati su vestiti dall'Asia: l'eco tassa Shein mette fine all'era della Fast Fashion?
8 mesi fa
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foto @ pixabay

L’ecotassa Shein (la chiamiamo così ma vale per tutti i siti e le piattaforme simili) dichiara guerra alla Fast Fashion. Dimenticate di ricevere maglie e altri capi di abbigliamento o accessori a 2 o 3 euro: con la nuova legge ogni pezzo comprato costerà 5 euro in più, che nel 2030 diventeranno addirittura 10! Per la gioia di tutti i commercianti che trovavano inarrivabili certi prezzi stracciati (salvo alcuni rari casi come la catena Primark di negozi fisici).

Ma soprattutto per il benessere dell’ambiente (non a caso di parla di ecotassa) e, indirettamente, dei lavoratori coinvolti in questa filiera.

Indirettamente perché il costo extra applicato non finirà nelle loro tasche però rallenterà di molto la produzione.

Con l’ecotassa Shein finisce l’era del fast fashion?

Molto probabile che sia così. Del resto, nonostante le polemiche ambientaliste e sociali che colpiscono l’economia della Fast Fashion, la sua forza finora è stata indubbiamente il prezzo. Su Shein e simili si trovano maglie anche a un euro! Ma tutto questo potrebbe finire. E senza la qualità corrispondente: chi pagherebbe 5 o 10 euro in più per comprare su Shein?

Ecco perché il disegno di legge unico nel suo genere in corso di approvazione in Francia potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione. Altri Paesi seguiranno l’esempio francese? Vediamo più nel dettaglio cosa prevede.

Francia chiude le porte ai prezzi stracciati su Shein: 5 euro di tassa su ogni capo ordinato

In tanti, per le ragioni viste sopra, hanno puntato il dito contro i colossi della Fast Fashion. Ma la Francia è il primo Paese a passare dalle parole ai fatti: il rivoluzionario disegno di legge ha superato il voto della Camera in Francia. Ora si attende il passaggio in Senato per la sua approvazione definitiva. Il testo punta  a istituire una ecotassa sui capi prodotti dai grandi colossi di fast fashion, che non rispettano le politiche climatiche e i diritti dei lavoratori.

L’abbiamo ribattezzata ecotassa Shein perché durante la presentazione del disegno di legge, i deputati francesi hanno citato direttamente al colosso cinese. Ma è chiaro che lo stesso sovrapprezzo sarebbe applicato a Temu, Wish e altre piattaforme simili.

Questa tassa comporterà un sovrapprezzo iniziale di 5 euro per ogni capo prodotto nel settore fast fashion e importato in Francia, che verrà aumentato a 10 euro entro il 2030.

I proventi saranno destinati a realtà locali che producono abiti in maniera sostenibile. Non è ancora chiaro come saranno selezionati i beneficiari, con quali criteri e modalità.

Inoltre sarà proibita la pubblicità di Shein e simili.

Quanto inquinano Shein e siti simili?

Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature ha confermato che l’industria tessile contribuisce al 10% delle emissioni globali di gas serra, consumando 1,5 miliardi di acqua all’anno e inquinando le falde acquifere. Praticamente si tratta del settore più inquinante secondo solo a quello degli allevamenti intensivi. Questo impatto è particolarmente significativo nel settore del fast fashion, caratterizzato dalla produzione di massa di capi a basso costo e in rapida successione.

Con l’approvazione della legge che istituisce l’ecotassa Shein, scatta per le compagnie del fast fashion anche l’obbligo di fornire informazioni affidabili ai consumatori sull’impatto ambientale delle loro attività. E’ stato invece già bocciato un emendamento che prevedeva sanzioni per chi viola le regole e quote massime alle importazioni.

Riassumendo

  • La Francia sta approvando un disegno di legge unico al mondo contro la Fast Fashion;
  • Su ogni capo di abbigliamento sarebbe applicata la cosiddetta ecotassa Shein: da 5 a 10 euro;
  • Il ricavato sarà destinato a supportare realtà che producono in modo sostenibile.

 

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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