Al lavoratore che ha necessità di assistere, per un periodo abbastanza lungo, un proprio familiare disabile, è data possibilità di chiedere ed ottenere il c.d. congedo straordinario 104 (da tenere distinto rispetto ai permessi 104).
Ne sono, tuttavia, escluse alcune categorie di lavoratori, ossia:
- lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari
- lavoratori a domicilio
- lavoratori agricoli giornalieri
- lavoratori autonomi
- lavoratori parasubordinati
- lavoratori con contratto di lavoro part-time verticale, durante le pause di sospensione contrattuale.
Il legislatore stabilisce anche un limite massimo. È possibile richiedere fino a un massimo di 2 anni di congedo nell’arco della propria vita lavorativa.
I due anni possono anche non essere consecutivi. Inoltre, tale limite è da intendersi complessivo fra tutti gli aventi diritto per ogni disabile grave. Questo significa che chi ha più di un familiare disabile può beneficiare del congedo per ciascuno di essi, ma non potrà, comunque, mai superare i 2 anni. Infatti, non è previsto il cosiddetto “raddoppio”.
Congedo straordinario 104, conseguenze su stipendio e pensione
Molti si domandano se il congedo straordinario 104 ha delle ripercussioni sullo stipendio e sulla futura pensione di chi ne usufruisce durante la propria vita lavorativa.
Diciamo subito che il periodo di fruizione del congedo è regolarmente retribuito (si percepirà un’indennità mensile) ed è coperto da contribuzione figurativa valida per il diritto e per la misura della pensione. Questo significa che per il lavoratore che chiede e gode del congedo non ci sarà perdita dello stipendio mensile.
Inoltre, il periodo di congedo è, comunque, considerato valido ai fini della maturazione del requisito dell’anzianità contributiva per la pensione.
L’indennità spettante al lavoratore e uscita anticipata dal mondo del lavoro
In merito all’importo mensile (indennità) a cui si ha diritto durante il periodo di congedo straordinario 104 per l’assistenza disabili, questa sarà pari
alla retribuzione ricevuta nell’ultimo mese di lavoro che precede il congedo, calcolata con riferimento alle voci fisse e continuative, entro un limite massimo di reddito rivalutato annualmente. I periodi di congedo non sono computati ai fini della maturazione di ferie, tredicesima e trattamento di fine rapporto, ma sono validi ai fini del calcolo dell’anzianità assicurativa.
Dunque, piccoli ma non tanti effetti sulla retribuzione mensile per il lavoratore.
Altra piccola osservazione da fare è che il periodo di congedo lo si potrebbe sfruttare per uscire prima dal mondo del lavoro per chi è in prossimità della pensione.
Si pensi a un soggetto a cui mancano solo 2 anni di contributi per andare in pensione. Questi potrebbe sfruttare il congedo straordinario 104 per 2 anni consecutivi, visto che tali due anni sono, comunque, coperti da contributi validi ai fini pensionistici.