Boom di pensioni ai superstiti. Mai come quest’anno si è registrato un incremento di domande di pensione di reversibilità e indirette. Tutta colpa del covid che ha causato un incremento di mortalità fra i pensionati.
Le pensioni eliminate per decesso dall’Inps lo scorso anno sono state circa 250 mila. Mentre nei primi tre mesi del 2021 sono stati cancellati altri 75 mila assegni. Dati mediamente superiori del 15% rispetto agli anni precedenti quando il covid non c’era.
Record di domande pensioni ai superstiti
Fatto curioso e che fa riflettere è che nel primo semestre 2021 vi è stato un incremento massiccio di pensioni ai supersiti.
Di queste 119.827 si riferiscono a pensioni di reversibilità o indirette. In percentuale si tratta del 30,7%, quindi quasi una su tre. Un record se si considera che nel 2019 tali pensioni rappresentavano il 23,8% del totale.
Che si tratti di una anomalia a conferma dell’incremento dei decessi causa covid è confermata anche dal fatto che la maggior parte delle pensioni liquidate sono a favore di donne. In tutto, sono 215.124 le pensioni femminili, rispetto alle 174.800 maschili.
Le donne, ex coniugate, sono notoriamente le maggiori beneficiarie delle pensioni ai supersiti (di reversibilità o indiretta). Seguono i figli e altri parenti, ma il dato più significativo riguarda comunque il sesso femminile.
Assegno medio scende a 1.155 euro
Altro fatto curioso è che l’assegno medio della pensione è sceso a 1.155 euro al mese. Ancora una volta, responsabili della discesa sono le donne proprio per via delle pensioni di reversibilità o indirette il cui assegno è tagliato almeno del 60%.
Concorre alla diminuzione della pensione media anche il ricorso ai pensionamenti anticipati con opzione donna che determina un calo delle prestazioni economiche.
Come noto, infatti, andare in pensione con opzione donna implica la rinuncia da parte del beneficiario della quota di pensione calcolata col sistema retributivo.