I dazi stanno scuotendo i mercati finanziari con le borse mondiali in caduta libera. Venerdì mattina, quando in Italia era primissimo pomeriggio, il presidente americano Donald Trump è dovuto persino intervenire per rassicurare circa il fatto che valuterà un loro “taglio”, in cambio di una “offerta eccezionale”. La situazione è tesa, l’Europa arrabbiata, smarrita e spaventata dall’impatto che questa decisione rischia di avere per la sua economia. E avanza già uno scenario considerato remoto fino a pochi giorni fa: che i governi europei tornino a comprare gas russo.
Dazi USA dopo addio al gas russo
Che cosa? I dazi di Trump sono per le nostre imprese esportatrici un sovraccosto per vendere sul mercato americano, il più ricco al mondo con i suoi 340 milioni di consumatori dal Pil pro-capite di 85.000 dollari.
Un colpo durissimo, che arriva a distanza di tre anni dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. L’inizio della guerra ha privato le imprese europee del gas russo, una materia prima abbondante e a basso costo, anche se esposta ai capricci geopolitici del presidente Vladimir Putin.
Imprese europee in pressing sui governi
Prima della guerra, il gas russo ci costava tra un minimo di 15 e un massimo di 25 euro per Mega-wattora, mentre nell’agosto del 2022 sarebbe schizzato a 340 euro. Ne seguì una rapida discesa, ma non la normalizzazione ai livelli pre-bellici. Negli ultimi mesi, complice la chiusura del gasdotto ucraino, le quotazioni alla Borsa di Amsterdam sono risalite fino a sfiorare a febbraio i 60 euro. Venerdì, chiudevano a 35 euro, minimo da settembre. Nel confronto annuo, però, ancora circa 7-8 euro in più.
Con il boom dei prezzi, le imprese europee hanno perso competitività in questi anni. I loro costi di produzione sono esplosi, mentre quelli delle concorrenti straniere, specie asiatiche sono persino diminuiti. Cinesi e indiani, ad esempio, hanno comprato gas russo e petrolio a sconto anche del 35%, avvantaggiandosi della ricerca di nuovi clienti da parte di Mosca per rimpiazzare noi europei. L’economia tedesca ne è uscita particolarmente ammaccata: due anni di recessione e alta inflazione.
Nord Stream 2, Trump pronto all’affare
Ora i dazi rischiano di assestare il colpo definitivo, specie con la risalita del cambio euro-dollaro. A questo punto, la pace in Ucraina diventa un fatto necessario da accettare per poter negoziare con Putin il ritorno agli acquisti del gas russo. Nel 2024 ne abbiamo comprato per 54 miliardi di metri cubi, in crescita del 18% rispetto al 2023. Un quantitativo che equivaleva al 14% dei consumi e al 18% delle importazioni dell’UE. Nel 2021, prima della guerra, le importazioni dalla Russia erano state per 157 miliardi di metri cubi, il 43% del totale.
Se il riafflusso del gas russo in Europa portasse a un ritorno ai prezzi pre-bellici, le imprese europee riuscirebbero a ridurre i costi di produzione, pagando meno l’energia. In un certo senso, compenserebbero i maggiori dazi americani. In tal senso andrebbe anche il rumor, in base al quale il governo americano starebbe trattando con il Cremlino la riattivazione del Nord Stream 2. Il gasdotto che parte dalla Russia e arriva in Germania, fu oggetto di attentato nel 2022. L’infrastruttura è stata danneggiata, ma si può riparare.
La novità sarebbe che la gestione passerebbe sotto il controllo di una società americana. Insomma, Trump ne avallerebbe la riattivazione e in cambio ci farebbe soldi sopra.
Pace presto per ricomprare gas russo a basso costo?
Una soluzione che, sotto sotto, potrebbe convenire a tutti. Sarà un caso, ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha usato parole distensive sul negoziato di pace dopo i dazi annunciati da Trump. Non esclude più che possa arrivare “all’improvviso” un accordo con Mosca. Fiuta, probabilmente, la situazione critica degli alleati europei. Non saranno più in grado di indispettire l’amministrazione americana durante le trattative sui dazi. Anzi, potrebbero convincersi o essersi già convinti che la soluzione sia di riacquistare gas russo per recuperare competitività con le concorrenti americane. Per spiegarlo all’opinione pubblica ci sono sempre tempi e modi. C’è da salvare ora quel che resta della nostra economia.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
Piú stiamo lontani da affaristi Ebrei&Usa e da servi&Usa occidentali……..
piú viviamo bene!
Piú stiamo lontani da affaristi Ebrei&Usa e da servi&Usa occidentali……..
piú viviamo bene!
Ecco un’altro che è disposto a mettersi a 90° al primo che alza la voce. Voi italiani vi atteggiate come se foste i migliori, ma siete fra i peggiori se non i peggiori.