Egitto colloca 4 miliardi di bond in tre tranches

I nuovi bond del Egitto offrono rendimenti fino al 8,50%. Tutti i dettagli e analisi del quadro socie economico del Paese
8 anni fa
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L’ Egitto torna a rifinanziarsi sui mercati internazionali collocando nuovi bond. Dopo aver svalutato la sterlina egiziana di oltre il 40% sganciandola dal cambio fisso col dollaro e aver ricevuto aiuti dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi), El Cairo è riuscita a emettere nuovi bond.

Nello specifico l’ Egitto ha emesso 4 miliardi di dollari di titoli di Stato, ben sopra il range previsto tra 2 e 2,5 miliardi di Usd previsto in occasione dell’avvio del road show lo scorso 17 gennaio. Ma vista la forte domanda da parte degli investitori (13, 5 miliardi di dollari), il Ministero delle Finanza ha allargato l’offerta coprendo i due terzi del fabbisogno preventivato per il 2017.

Obbligazioni Egitto, tutti i dettagli

Nel dettaglio Il Cairo ha collocato 1,75 miliardi di usd di bond quinquennali con cedola al 6,125%, 1 miliardo di usd di bond decennali al 7,5% e 1,25 miliardi di usd di trentennali all’8,5%. Tutti i titoli sono stati collocati alla pari da un pool di banche internazionali guidate da BNP Paribas, Citigroup, JP Morgan, Natixis e sono negoziabili per importi minimi di 200.000 dollari. Le obbligazioni, quotate alla borsa del Lussemburgo, staccheranno il coupon su base semestrale, il 31 gennaio e il 31 luglio di ogni anno con rimborso a scadenza in unica soluzione. Il Rating assegnato al debito del Egitto è B- per Standard & Poor’s, B per Fitch e B3 per Moodys.

Di seguito le specifiche dei nuovi bond:

XS1558078736 Egitto 7,50% 31 gennaio 2027

XS1558077845 Egitto 6,125% 31 gennaio 2022

XS1558078496 Egitto 8,50% 31 gennaio 2047

Vedi anche: Svalutazione lira fa impennare l’inflazione

Egitto: analisi del quadro socio – economico

Nel 2015  la  crescita  del  PIL  del Egitto è  risultata  pari  al  4,2  per  cento  in  virtù  di  una  marcata  accelerazione    degli  investimenti  e  dell’aumento  della  componente  pubblica  dei  consumi; l’anno fiscale  terminato nel giugno 2016, invece,  ha visto una crescita compresa tra il  3,3 e il 3,7 per cento. Con riferimento al turismo va osservato che nel semestre luglio – dicembre  2015  si  segnala  una  netta  flessione  degli  introiti (da    4  a  2,7  miliardi)  destinati  a peggiorare ulteriormente nel corso del secondo semestre del 2015/2016.

Proprio il turismo, tra le principali fonti di occupazione, potrebbe aiutare il Paese a riassorbire l’ingente disoccupazione che, ufficialmente, si  attesta al 13,2 per cento. Tuttavia i dati più recenti non lasciano intravvedere segnali positivi. L’accumulazione continua di deficit del settore pubblico ha fatto sì che nel 2015  il debito pubblico consolidato (domestico ed estero) fosse pari a circa il 96 per cento del PIL. L’altra principale fonte di squilibrio macroeconomico per l’Egitto deriva dalla sua posizione nei conti con l’estero: nel 2015 le partite correnti sono risultate in deficit per il 3,7 per cento del PIL a  causa  del  cronico  disavanzo  della  bilancia  commerciale  (39  miliardi  di  dollari  USA),  della difficoltà   del   turismo   a   migliorare   la   bilancia   dei   servizi   e   della   forte   diminuzione   dei trasferimenti dall’estero.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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