Roma, 15.03.2018. Un terzo della popolazione vive nel Sud Italia, ma produce un quarto del PIL, un decimo di esportazioni, la metà sono disoccupati, due terzi poveri, il doppio di pensioni di invalidità rispetto al Nord Italia, 10 punti in meno per le valutazioni su matematica, scienze e comprensione di un testo, 27% di parti cesarei contro il 19% del resto del Paese, giustizia a rilento, malavita organizzata diffusa. Aggiungiamo che circa 60 miliardi di euro l’anno transitano, dal Nord al Sud, con le entrate tributarie maggiori al Nord dove si produce maggior reddito.
Questo, purtroppo il quadro della situazione del Sud Italia.
Che fare?
Ci sono le soluzioni assistenziali, quali il reddito di cittadinanza, che abbiamo evidenziato come bufale, ma i soldi sono finiti, anche perché gli esponenti politici provenienti dal Nord non hanno più intenzione di finanziare il Sud.
Cosa vogliamo?
Partiamo dalla scuola. Vogliamo una scuola che prepari i futuri cittadini all’uso degli insegnamenti ricevuti, didatticamente efficace, che premi i meritevoli, che non abbia paura di confrontarsi con realtà ad essa esterne, che non sia autoreferenziale e chiusa alle istanze innovatrici.
Lavoro. Vogliamo le liberalizzazioni e la concorrenza, per realizzare nuove opportunità di lavoro e migliori servizi per i cittadini, contro le corporazioni, pubbliche e private, che producono inefficienze e impediscono nuove opportunità di impiego per i giovani
Giustizia. Vogliamo una giustizia “giusta”, per la certezza del diritto, che ponga sullo stesso piano accusa e difesa, che garantisca tempi certi dei processi, contro la gogna mediatica.
Sicurezza. Vogliamo uno Stato di diritto, perché il cittadino si senta libero, e, nello stesso tempo, vincolato al rispetto delle leggi.
Su queste finalità si possono costruire programmi e obiettivi a medio e lungo termine. Senza slogan, bonus e pifferai.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori