I contagi nel Regno Unito stanno crescendo al ritmo di oltre 4.000 al giorno negli ultimi giorni e il premier Boris Johnson, rimasto evidentemente provato dalla propria degenza nella scorsa primavera, ha deciso di passare ai fatti. Quando già 30 milioni di cittadini britannici erano oggetto di una qualche forma di restrizione locale per frenare la diffusione del Covid, l’altro ieri il governo di Sua Maestà ha annunciato un elenco di nuove misure valide per tutti. Vediamole.
Per prima cosa, tutti i lavoratori che potranno farlo dovranno lavorare da remoto.
Casi Covid in crescita in Europa, possiamo permetterci un secondo “lockdown”?
Lo scriviamo ormai da mesi e il tempo ci offre sempre più conferme: molto improbabile che un’eventuale ulteriore recrudescenza dei contagi in autunno spinga i governi a imporre nuovi “lockdown” simili a quelli imposti prima dell’estate, ma le restrizioni saranno molto probabili. E l’Italia studia sin dall’avvio della Fase 3 le modalità di lotta alla pandemia, qualora le condizioni sul nostro territorio dovessero aggravarsi.
Prospettive peggiorate per i prossimi mesi
I numeri ci raccontano ad oggi che la situazione italiana sarebbe sotto controllo.
La quarantena vera e propria, comunque, riguarda oltre una decina di milioni di britannici, a conferma che nel caso di necessità i governi opteranno quasi certamente per limitare alle aree a rischio le chiusure totali, consentendo alle persone di uscire per necessità, così da limitare i danni all’economia.
Tuttavia, questi ultimi ci saranno e aggraveranno il quadro già depresso di questi mesi, allontanando il rimbalzo del pil, che sarà parziale nel medio periodo. Le nuove restrizioni provocheranno la caduta del fatturato commerciale, la chiusura di numerose attività già provate da mesi di lockdown e la perdita di posti di lavoro ad oggi traballanti, con la conseguenza che per anni ancora i governi dovranno sostenere i redditi ricorrendo all’indebitamento.
Paura per la risalita dei contagi in Europa, si torna a parlare di “lockdown”