Questa settimana, pur in un clima ancora semi-vacanziero sui mercati finanziari, l’Austria ha deciso di battere sul tempo gli altri governi europei con il collocamento sindacato del nuovo bond “benchmark” a 10 anni. Scadenza febbraio 2033, gli ordini raccolti tra gli investitori interessati sono stati di 32,1 miliardi di euro. Il dato ha rappresentato un record assoluto per un’emissione decennale di Vienna. L’importo offerto è stato alla fine di 5 miliardi, di cui 500 milioni trattenuti dallo stato. Quanto alle condizioni, la cedola fissa lorda annua è stata fissata al 2,90%.
Praticamente, il bond dell’Austria ha debuttato sul mercato a un rendimento del 3%. E subito dopo il collocamento, in scia agli acquisti tornati sull’obbligazionario europeo, i rendimenti austriaci sono scesi lungo la curva. Sul mercato secondario, l’attuale decennale è passato dal 3,20% di venerdì 30 dicembre a meno del 2,90% di questa settimana. Di fatto, il bond dell’Austria a 10 anni rende a premio di 60 punti base o 0,60% sul Bund della Germania.
Il nuovo “benchmark” ha esitato un rendimento a premio di 8 punti base o 0,08% sopra il tasso “mid swap”. Per quanto magro possa apparire il tasso offerto, dovete considerare che l’attuale decennale di riferimento con scadenza febbraio 2032 offre una cedola annua lorda di appena lo 0,90%. Infatti, il prezzo a cui si acquista è nettamente sotto la pari, in area 84,20 centesimi. Praticamente, il nuovo decennale offre 200 punti base o 2% di cedola in più.
Bond Austria avidi di rendimento
L’Austria resta avida di rendimento, se pensate che a dicembre l’inflazione è stata ancora in doppia cifra (10,2%). Tuttavia, parliamo di un emittente sovrano molto sicuro, tanto da godere di rating altissimi di tutte le agenzie internazionali (AA+/AA+/Aa1). In questi anni, ha potuto permettersi di emettere persino due bond a 100 anni con cedole bassissime.
D’altra parte, non si compra un bond dell’Austria per percepire chissà quale rendimento. Lo si fa per due ragioni: le scadenze medio-brevi servono a inserire in portafoglio asset di qualità, quelle lunghe e ultra-lunghe per scommettere su un’eventuale salita dei corsi. Ad esempio, il secondo bond a 100 anni ha guadagnato la bellezza di quasi il 15% in appena quattro sedute. L’altissima “duration” lo rende uno strumento altamente speculativo e, pertanto, si presta benissimo per operazioni di compravendita legate alle variazioni dei tassi di mercato.