Mercoledì 24 aprile ci sarà una nuova emissione di Bot, i Buoni ordinari del Tesoro, per un controvalore di sei miliardi di euro. Saranno tre i titoli offerti sul mercato e trattasi in ogni caso di tranche relativi a scadenze già in circolazione sul mercato. Nel dettaglio, parliamo di tre Bot a 12 mesi all’atto della loro prima emissione, ma che attualmente presentano una durata residua assai minore. Insomma, ciò che nel gergo delle aste si definisce “riapertura”.
Ecco le tre scadenze offerte
Il primo Bot in emissione ha scadenza in data 12 luglio 2024 e fu emesso nel luglio dello scorso anno (ISIN: IT0005555963).
L’altro Bot in emissione ha scadenza in data 14 agosto 2024 e venne emesso nell’agosto scorso (ISIN: IT0005559817). In questo caso, la durata residua è di 107 giorni. E il rendimento sale un po’ sopra il 3,70%, a fronte di una quotazione attualmente appena sotto i 99 centesimi. Anche in questo caso l’offerta sarà di 1,5 miliardi.
Infine, il Bot con scadenza 14 novembre 2024 e con data di emissione della prima tranche nel novembre 2023 (ISIN: IT0005570855). Qui, la tranche sarà ben più pesante: 3 miliardi. Mancano 199 giorni al rimborso del capitale, per cui si tratta anche del titolo più lungo in asta domani. La quotazione si aggira sui 98 centesimi, per cui il rendimento lordo si attesta al 3,64%.
Rendimenti sopra inflazione attesa
L’emissione dei tre Bot può essere una nuova occasione d’investimento per le famiglie italiane? Sul piano dei rendimenti, le offerte riuscirebbero a coprire l’inflazione attesa per i prossimi mesi, anche al netto della tassazione.
Emissione Bot opportunità reale?
Se l’obiettivo fosse semplicemente di impiegare il denaro depositato su conti correnti infruttiferi per un periodo molto breve, ben venga l’emissione dei Bot. Se parliamo di un investimento effettivo, non sarebbe probabilmente la soluzione ideale. Il rischio è di perdere l’opportunità di impieghi più remunerativi, pur più lunghi. Viste le tre scadenze in offerta, diremmo che tale rischio riguardi prettamente il titolo di novembre. Per quelli in scadenza in estate, invece, ci sarebbe ancora l’opportunità di riscuotere il capitale per reimpiegarlo in asset dai prezzi crescenti con l’atteso taglio dei tassi di interesse della Banca Centrale Europea. Arriverebbe a giugno.