Le eccezioni alla teoria di Barro-Ricardo
A gettare benzina sul fuoco c’è la constatazione che non tutti i contribuenti avrebbero un orizzonte temporale infinito. Alcuni di loro, infatti, potrebbero venir meno al concetto di solidarietà intergenerazionale, ad esempio, in quanto nuclei familiari senza figli. Per non parlare di quanti siano affetti dai vincoli di liquidità, ossia abbiano redditi insufficienti, per cui un taglio anche temporaneo delle tasse li stimolerebbe ad aumentare nell’immediato i consumi, noncuranti delle conseguenze di lungo periodo sui conti pubblici.
Gli studi più dettagliati sull’efficacia dei tagli delle tasse riguardano l’economia americana, dove negli anni Ottanta, la politica fiscale del presidente Ronald Reagan con l’abbassamento delle aliquote sui redditi avrebbe registrato una propensione al consumo di circa il 90% del reddito liberato. In sostanza, per ogni dollaro in meno di tasse pagate, gli americani spesero circa 90 centesimi. Un esito straordinario, che non ha avuto un riscontro simile in nessuno dei tagli delle tasse nei decenni successivi. Non in quello temporaneo sotto la presidenza di George Bush senior, quando l’effetto risultò dimezzato, né in quello del 2001 sotto George W.Bush, quando ammontò a un quarto di 20 anni prima. Ma perché il taglio delle tasse sotto Reagan fu più efficace nello stimolare i consumi e la ripresa dell’economia americana, nonostante fosse stato annunciato? In effetti, il suo successo smentì la teoria del ciclo vitale, secondo cui gli individui avrebbero una propensione al consumo costante lungo il corso della loro esistenza, tranne nei casi in cui fossero colti di sorpresa da variazioni di reddito.