Sulla pensione per gli eredi la materia è talmente vasta che sono tante le sfaccettature da mettere in risalto. Una di queste è senza dubbio la pensione supplementare indiretta. Non è la pensione di reversibilità normale, e nemmeno la pensione indiretta normale. Infatti per il diritto a questa misura servono requisiti e vincoli diversi. Ma sono tanti i contribuenti che non sanno che questa misura è fruibile.
“Salve, sono Mary, da poco vedova. Mio marito ha lavorato 35 anni ma non era ancora in pensione. Dovrei avere diritto alla pensione indiretta. Mio marito aveva una carriera fatta da 30 anni di contributi Inpdap, come bidello. Prima però aveva 5 anni all’INPS, come lavoratore edile. Ma sono contributi, questi INPS che secondo il mio consulente non valgono per la pensione indiretta. Li perdo?”
Pensione indiretta, come funziona?
La pensione indiretta è una prestazione che spetta agli eredi nel caso in cui il defunto non abbia maturato un diritto al trattamento previdenziale. Ma a condizione che abbia i requisiti utili previsti. La prestazione supplementare per gli eredi scatta quando il defunto non ha raggiunto un diritto autonomo alla pensione in una delle gestioni previdenziali dove ha versato durante la sua carriera. Non avendo conferito ai suoi eredi il diritto autonomo a richiedere la prestazione presso una delle casse dove ha versato, per mancanza di requisiti specifici ed autonomi, la Legge offre questa prestazione.
Pensione eredi: i requisiti per il trattamento supplementare
La nostra lettrice, per quanto ci dice, ha diritto al trattamento previdenziale per il periodo di contribuzione del marito all’Inpdad. La pensione indiretta infatti spetta in presenza di almeno 15 anni di anzianità contributiva o di 5 anni di contributi, di cui almeno 3 negli ultimi 5 anni prima del decesso. Requisiti ampiamente raggiunti dal defunto nel suo lavoro nel pubblico impiego. Diverso il caso dei contributi al Fondo pensionistico lavoratori dipendenti dell’INPS, perché cinque anni versati prima di aver preso lavoro come bidello, non valgono per il diritto a un assegno presso il FPLD dell’INPS. Da questo fondo invece la lavoratrice ha diritto alla pensione indiretta supplementare. Stessa cosa accade se un defunto è già titolare di pensione da un fondo e del trattamento supplementare da un altro fondo.
Non tutte le gestioni prevedono la pensione supplementare
La nostra lettrice dovrebbe avere diritto a entrambe le prestazioni quindi. Una cosa che per esempio non spetta se il fondo pensionistico dove un contribuente ha versato non prevede questo trattamento supplementare. Tanto per fare un esempio, se fosse stato il contrario, cioè se i 30 anni fossero stati all’INPS e solo 5 all’Inpdad, la gestione pubblica non prevede trattamento supplementare. Nessuna pensione supplementare per gli eredi in questo caso. E per gli interessati le vie sarebbero solo quelle che passano da totalizzazione, ricongiunzione o cumulo.