Eredità Alain Delon, figli in guerra per accaparrarsi una fortuna

La fortuna di essere eredi di un grande, ecco a quanto ammonta l'eredità di Alain Delon che i figli si divideranno.
4 mesi fa
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eredità alain Delon

C’è poco da fare, la vita è un colpo di fortuna dietro l’altro. Pensa che gran bella sorte essere il figlio di una ricca star dello spettacolo… è proprio ciò che sta pensando chi si intascherà l’eredità di Alain Delon, il super divo francese che è venuto a mancare lunedì 18 settembre scorso. Peccato che il rapporto tra gli eredi in questione, ossia i figli del celebre attore, non siano mai stati buonissimi, sopratutto a causa del litigi con lo stesso padre.

Vediamo chi sono i figli e a quanto ammonta la fortunata eredità che dovranno dividersi.

Una guerra appena iniziata

Già prima della sua scomparsa, si paventava una certa tensione tra i figli del grande attore francese. L’eredità di Alain Delon era già stata infatti materia di dibattito, soprattutto tra i diretti interessati, i tre figli che negli anni hanno avuto un rapporto burrascoso con il padre. Data la situazione, ora, immaginiamo che il patrimonio vasto che il divo lascia metterà ancora più tensione all’interno della famiglia. Ma a quanto ammonta questa eredità? Stiamo parlando di 200 milioni di euro tra immobili, terreni, conti correnti, collezioni d’arte e società. In realtà ci sarebbe dovuto essere un quarto incomodo, il primo figlio Ari, che però è venuto a mancare nel 2023 per problemi di droga. Ari, avuto dalla cantante dei Velvet Underground, Nico, in realtà non era mai stato riconosciuto dal padre.

Il secondo figlio, primo legittimato, è invece il più celebre Anthony, avuto nel 1964 dalla moglie Nathalie. Proprio quest’ultimo ha più volte raccontato il suo difficile rapporto con il padre, il quale lo picchiava per offrirgli un’educazione all’antica (per usare un eufemismo). Nel 1990 arriva invece Anouchka, avuta dalla relazione con la modella olandese Rosalie Van Breeman. Parliamo di quella che è senza dubbio la figlia preferita di papà Delon, visto che in poco tempo l’aveva anche messa ai vertici della sua azienda.

Nel 1994 invece nasce Alain-Fabien, sempre dalla stessa madre. Anche in questo caso invece il racconto di quest’ultimo ricalca quello di Anthony, precisando di essersi sentito soprattutto abbandonato dal padre.

Eredità Alain Delon, come andrà a finire?

Prima di andarsene, Alain Delon aveva proprio dichiarato le sue preoccupazioni in merito all’eredità. Per questo ha deciso di fare testamento in modo chiaro e perentorio, al fine di evitare una guerra tra fratelli. Facile pensare però come sarebbe andata a finire, alla figlia va gran parte dei suoi beni. Dei 200 milioni di euro, infatti, 100 vanno ad Anouchka, mentre per Anthony e Alain-Fabien vanno 50 milioni di euro a testa. Comunque niente male, visti i rapporti non proprio idilliaci che li legavano. Per quanto riguarda invece l’ultima compagna, Hiromi Rollin, non c’è trippa per gatti. Gli stessi figli dell’attore erano riusciti ad allontanarla negli ultimi tempi, proprio per evitare che mettesse le grinfie sulla sua eredità, e l’avevano addirittura denunciata per circonvenzione di incapace.

Per lei infatti nessun lascito finale nel testamento del grande divo. C’è comunque chi suggerisce che la guerra tra eredi non si fermerà qui, in quanto la divisione non equa dell’eredità apre a nuove possibili alternative. In sintesi, i due maschi potrebbero adire le vie legali per chiedere un compenso più equo, visto che alla sorella è destinato il 50% del patrimonio, mentre loro dovranno accontentarsi solo del 25% a testa.

I punti chiave…

  • il patrimonio di Alain Delon finisce esclusivamente ai figli, ma non in parti uguali;
  • l’eredità è di 200 milioni di euro, ma la metà finisce alla figlia;
  • nemmeno un centesimo per l’ultima sua compagna Hiromi Rollin.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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