Gli esami medici hanno un costo non indifferente per la Sanità ma, secondo il ministero della Salute, ad aggravare la situazione concorre la natura di molte prestazioni che non sarebbero necessarie. Si tratta di radiologie, test clinici, esami di genetica e altre prestazioni per un totale di 208 (una lista più folta quindi dei 180 “sorvegliati” indicati nella prima bozza). La spesa per il Servizio sanitario nazionale è stata stimata intorno ai 13 miliardi di euro. L’idea è quella di applicare multe ai medici che prescrivono prestazioni gratuite non necessarie.
Multe ai medici: i camici bianchi protestano
I sindacati dei medici hanno già manifestato la loro posizione contraria per la riforma della Sanità che prevede il rischio di sanzioni pecuniarie in tutti i casi in cui l’esame prescritto viene considerato non necessario. Nella nota si legge che con questo criterio arbitrario si rischia in sostanza di svalutare il ruolo di questi professionisti. Il segretario Fp-Cgil Medici, Massimo Cozza, ha anche sottolineato che diverse prestazioni diventerebbero a carico del paziente.
Esami medici: quali possono essere prescritti
Uno degli aspetti della riforma della Sanità che lascia perplessi è capire chi, se non i medici che li prescrivono, potrebbe avere la competenza per giudicare se un determinato esame o accertamento è necessario oppure no. A ben vedere nel documento, accanto ad ogni prestazione controllata, vengono specificate le “condizioni di erogabilità”, ossia i presupposti che autorizzano il medico a prescrivere al paziente quella determinata prestazione a carico del Servizio sanitario nazionale. Facciamo un esempio pratico: le prestazioni odontoiatriche potranno essere erogate gratuitamente solo in caso di prevenzione o per bambini da 0 a 14 anni in condizioni di «vulnerabilità sanitaria o sociale». Le risonanze magnetiche invece diventerebbero erogabili solamente in presenza di particolari condizioni come ad esempio per patologie oncologiche o traumatiche.