La scadenza dell’Imu sulle seconde abitazioni si avvicina ma non tutti i dubbi sono stati sciolti. Esistono ipotesi di esenzione Imu anche sulle seconda case da tenere a mente. Il decreto Salva-Roma è intervenuto su una delle questioni più spinose e ha equiparato all’abitazione principale le abitazioni concesse in comodato gratuito a parenti in linea retta (genitori-figli o figli-genitori) e adibite ad abitazione principale (dove per abitazione principale si intende la residenza anagrafica e l’effettiva dimora).
Esenzione IMU
Per quanto concerne la tassazione questo significa che il proprietario che concede ad un figlio o ad un genitore un’abitazione ha diritto alle stesse agevolazioni dell’imposta municipale propria (IMU).
Restano ferme le esclusioni dalle detrazioni per gli immobili di lusso e le
eventuali eccezioni stabilite dai Comuni. In tema di tasse immobiliari l’ultima parola spetta sempre ai Sindaci. Questi ultimi infatti possono prevedere requisiti più restrittivi, ad esempio imponendo una soglia massima di reddito per questa esenzione risultate dall’ISEE. Scelta non esente da critiche peraltro posto che si tratta di una tassa sul patrimonio e non sul reddito. Alcuni Comuni invece hanno scelto di non abolire del tutto l’Imu per le abitazioni concesse in comodato d’uso gratuito a genitori o figli ma di prevedere detrazioni fino al 50%. Appare peraltro lapalissiano che il comodato d’uso gratuito, per rilevare ai fini dell’esenzione in analisi, debba essere regolarmente iscritto e registrato, come da articoli 1803-1812 del Codice Civile. Trattandosi di immobili è necessaria la forma scritta. La registrazione deve essere fatta agli sportelli dell’Agenzia delle Entrate (anche in ufficio diverso da quello competente in base al proprio domicilio fiscale) usando il modello F23 e il modello 69. Viene applicata l’imposta di registro pari a
€ 168 e marche da bollo da
€ 16. Il codice tributo corrispondente è 109T. Potrebbe interessarti anche.
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