Il tributo comunale sui rifiuti, meglio conosciuto come TARI, rappresenta una delle imposte locali più discusse e spesso oggetto di richieste di riduzione o esonero.
Nonostante la normativa nazionale ne imponga il versamento a tutti coloro che possiedono o detengono locali suscettibili di produrre rifiuti urbani, esistono numerose situazioni in cui può essere prevista un’esenzione TARI o una significativa riduzione dell’importo dovuto.
Il presupposto della TARI: quando è dovuta
L’obbligo di pagamento della TARI scatta nel momento in cui si possiede o si ha la disponibilità di un immobile – sia esso un locale o un’area scoperta – che potenzialmente può produrre rifiuti urbani.
Questo principio resta valido anche se l’immobile non viene effettivamente utilizzato. Il semplice fatto che un bene sia idoneo a generare rifiuti costituisce, per legge, il presupposto impositivo.
Tuttavia, ci sono casi in cui si può dimostrare che l’immobile non è nelle condizioni minime per essere utilizzato e quindi non è soggetto alla tassa. Affinché un locale venga considerato davvero inutilizzabile, devono mancare contemporaneamente sia gli arredi interni che le utenze attive (luce, gas, acqua). La presenza anche di uno solo di questi elementi può far decadere l’ipotesi di inutilizzabilità. A ciò si aggiunge la possibilità che i singoli comuni, nel proprio regolamento, stabiliscano ulteriori criteri per valutare l’idoneità all’uso degli immobili.
Riduzioni nazionali della TARI: agevolazioni standard valide ovunque
Oltre ai casi di esenzione TARI per inutilizzabilità, la legge prevede una serie di riduzioni applicabili su scala nazionale, pensate per situazioni particolari in cui il servizio di raccolta dei rifiuti non è pienamente garantito oppure in cui parte dei rifiuti viene gestita autonomamente.
Tra queste si possono citare:
- riduzione proporzionale per i soggetti che provvedono in autonomia allo smaltimento dei rifiuti speciali, purché questi siano assimilabili a quelli urbani e il trattamento avvenga tramite operatori autorizzati;
- abbattimento fino all’80% della tariffa nei casi in cui il servizio di raccolta sia assente o fortemente inefficiente;
- sconto fino al 60% per le utenze collocate in zone particolarmente isolate o comunque distanti dai punti di raccolta predisposti dal comune.
Tali agevolazioni si affiancano a quelle stabilite a livello locale, le cui condizioni specifiche devono essere verificate nel regolamento comunale di riferimento. Ricordiamo anche dell’istituzione del nuovo bonus TARI.
Esenzione TARI a livello locale: le principali casistiche
Accanto ai criteri di agevolazione validi in tutta Italia, ogni comune ha la facoltà di introdurre ulteriori esenzioni o riduzioni, spesso pensate per venire incontro a categorie di cittadini in condizioni particolari o per promuovere comportamenti virtuosi in tema di gestione dei rifiuti.
Le fattispecie più diffuse di esenzione TARI a livello comunale includono:
- abitazioni con un solo occupante, per le quali spesso è prevista una riduzione proporzionata della tariffa;
- case utilizzate in modo saltuario o stagionale, come le seconde case al mare o in montagna, utilizzate solo pochi mesi all’anno;
- immobili di proprietà di residenti all’estero, che non soggiornano stabilmente in Italia.
- unità abitative occupate da anziani o disabili ospitati in strutture assistenziali o in condizioni di disagio economico riconosciuto;
- fabbricati rurali adibiti ad abitazione, per i quali la legge riconosce una funzione diversa da quella residenziale ordinaria;
- nuclei familiari che praticano il compostaggio domestico, incentivando la riduzione alla fonte dei rifiuti organici.
Va sottolineato che, trattandosi di misure discrezionali, le condizioni per ottenere l’esenzione TARI variano da comune a comune. È quindi indispensabile consultare il regolamento TARI pubblicato dall’amministrazione locale per verificare la presenza di eventuali agevolazioni, le modalità di accesso e la documentazione da presentare.
Conclusione: conoscere i propri diritti per risparmiare
L’obbligo di pagare la TARI non sempre è automatico e, in molte situazioni, può essere rivisto o addirittura annullato. Sia la normativa nazionale che i regolamenti locali prevedono infatti diversi casi di esenzione TARI, riduzioni e sconti applicabili a seconda delle condizioni dell’immobile o della situazione personale del contribuente.
La chiave per non pagare più del dovuto risiede nella conoscenza delle regole e nella tempestiva presentazione della documentazione necessaria, soprattutto in quei casi in cui è possibile dimostrare l’inutilizzabilità del locale o rientrare in una delle casistiche di esonero previste.
Verificare il proprio diritto all’esenzione TARI può significare un risparmio importante. Specialmente per chi possiede più immobili, per i nuclei familiari in difficoltà o per chi adotta pratiche sostenibili nella gestione dei rifiuti. Conoscere il quadro normativo – nazionale e comunale – è il primo passo per tutelare i propri interessi e contribuire, al tempo stesso, a una gestione più equa del tributo ambientale.
Riassumendo
- La TARI è dovuta anche per immobili non utilizzati ma potenzialmente produttivi di rifiuti.
- Un immobile è esente solo se privo sia di arredi che di utenze.
- In caso di affitto breve, la TARI spetta al proprietario, non all’inquilino.
- Riduzioni nazionali previste per smaltimento autonomo, servizio carente o zone isolate.
- Esenzioni comunali per residenti all’estero, anziani, disabili, case stagionali o compostaggio.
- Ogni comune ha regole diverse: consultare il regolamento locale è sempre necessario.