Quest’anno il Pil italiano può arrivare a crescere dell’1%, che non è una percentuale entusiasmante. Dati i tempi, però, sarebbe un successo, specie se il dato lo confrontassimo con quelli delle altre principali economie d’Europa. La Germania sta riuscendo a stento ad uscire dalla recessione. A trainare la nostra economia ci sono le esportazioni. La bilancia commerciale ha segnato un avanzo di 17,64 miliardi di euro nei primi quattro mesi dell’anno. Nello stesso periodo del 2023, il segno più riguardava solamente 1,55 miliardi.
Esportazioni nette su con calo prezzi energia
Nel raffronto con l’anno passato, tuttavia, non sono volate effettivamente le esportazioni, rimaste quasi inalterate: 207,8 miliardi contro 207,2 miliardi. Sono crollate, invece, le importazioni da 205,6 a 190,2 miliardi. I prezzi di gas e petrolio sono scesi e hanno contribuito a ridurre il costo dei beni importati dall’estero. Certo è che, di questo passo, batteremo il record delle esportazioni registrate nel 2023, quando risultarono salite ai massimi storici di 626,2 miliardi. E miglioreremo di gran lunga il dato sull’avanzo commerciale, che fu di 34,4 miliardi.
Boom turismo migliora bilancia commerciale
Se è vero che sono diminuite le importazioni in valore, c’è da dire che le esportazioni stesse sono trainate dal boom del turismo. I pernottamenti di stranieri nel Bel Paese sono aumentati di quasi il 10% a 46 milioni nel primo quadrimestre. E’ stato così superato anche il dato del 2019 del 7,2%. In soldoni, il turismo in Italia starebbe più che recuperando i livelli pre-Covid e si avvia a vivere una stagione da record. Interessante notare che i tassi di crescita ci porrebbero in cima alla classifica rispetto ai principali competitor, Francia inclusa.
Aspettando che i tassi scendano
Il balzo dell’avanzo commerciale fa guadagnare tempo all’Italia, consentendole di continuare a crescere nell’attesa che la domanda interna trovi impulso dal taglio dei tassi di interesse.
Esportazioni non unico driver per crescita Pil italiano
Il dato sulle esportazioni nette aiuta a comporre un puzzle favorevole alla sostenibilità del debito pubblico. L’Italia non sta più vivendo sopra le proprie possibilità, come accadde negli anni Settanta e Ottanta. Al contrario, mostriamo consumi relativamente bassi, tant’è che importiamo dall’estero meno di quanto vi esportiamo. E anche negli anni dei tassi negativi risultavamo strutturalmente esportatori netti. In quella fase, questo fu l’unico driver della crescita economica. Questa volta si spera che anche la domanda interna, grazie al Pnrr, faccia la sua parte. Lasciarsi alle spalle gli zero virgola di aumento del Pil è diventato possibile.