Conte ha assicurato: si andrà in vacanza. E all’uopo è stato anche introdotto un bonus vacanza con importo variabile per single o famiglie con figli. Ma la domanda che molti si stanno facendo ora che si avvicina l’estate 2020 è: come andremo al mare? Che cosa si potrà fare in spiaggia e che cosa invece sarà vietato? Cambieranno sicuramente molte cose. E mentre qualche famiglia dirotta su agriturismi e montagna, altri restano in attesa di sapere che cosa si potrà fare al mare e che cosa no.
- spiagge meno affollate tramite APP: l’invito alle autorità locali, sull’esempio sardo, è quello di adottare “specifici piani che permettano di prevenire l’affollamento delle spiagge, anche tramite l’utilizzo di tecnologie innovative, coinvolgendo tutti gli attori istituzionali e del mondo produttivo”. In Sardegna, ad esempio, è stata calcolata la superficie di spiaggia utile: il valore è dato “dalla differenza tra la superficie totale (larghezza tra il limite di chiusura della spiaggia e la linea di riva, per la lunghezza della spiaggia) e gli spazi di arenile occupati da manufatti, passerelle, o comunque spazi non fruibili per la balneazione”. Su questo spazio si calcola il coefficiente di carico massimo in quel caso “non inferiore a 3,8 m²/ persona, a cui poi viene applicato un fattore di correzione che aumenta i metri quadrati che devono essere lasciati a disposizione dell’utente in base ad alcune caratteristiche specifiche del contesto ambientale (quali presenza di sedimenti, fenomeni di erosione o specie animali/vegetali)”.
- Accesso agli stabilimenti contingentato e uscita con corsia separata: preferibile inserire la prenotazione obbligatoria;
- consumazioni e pagamenti contact less;
- numerazione e registrazione degli ombrelloni con igienizzazione ogni cambio utente (da definire le modalità di transito fino all’ombrellone);
- layout degli spazi: la distanza minima tra le file di ombrelloni fissata a 5 metri mentre tra un ombrellone e l’altro della stessa fila 4.5;
- lettini e sdraio dovranno essere forniti in numero limitato per poter garantire un distanziamento rispetto alle attrezzature dell’ombrellone contiguo non inferiore 2 metri;
- vietato l’uso promiscuo di cabine a membri di famiglie diverse e le docce dovranno essere esclusivamente all’aperto;
- vietato uso delle piscine negli stabilimenti;
- vietati attività sportive o ludiche se non può essere garantita la distanza di due metri (anche gli allenamenti estivi che riprendono devono evitare assembramenti e contatti ravvicinati quindi, relativamente al beach volley all’aperto, ad esempio, si potrebbe prevedere l’allenamento di una o due coppie sul campo ma senza la parte giocata come già farà dal 18 maggio qualche società di calcetto);
- regolamentazione dell’accesso alla spiaggia con prenotazione slot tramite app e posizionamento di nastri, “per permettere agli utenti un corretto posizionamento delle attrezzature proprie nel rispetto del distanziamento ed al fine di evitare l’aggregazione”.
Queste, riassumendo, le linee guida Inail con le regole da seguire in spiaggia per evitare assembramenti e ridurre al minimo il rischio contagi. Andremo al mare così? Non mancano le polemiche: il governatore della Liguria, Giovanni Toti, in una nota ha più di un dubbio e non è l’unico, circa la fattibilità di questo sistema: “Il Pd ci chiede di confrontarci con i balneari? Vergogna, vergogna, vergogna. Sa il principale partito di Governo a Roma che le linee guida nazionali per le spiagge prevedono distanze tra gli ombrelloni tali da ritenere unanimemente impossibile aprire gli stabilimenti balneari?”.