Quella appena iniziata si preannuncia come un’estate record per le temperature e in molte città italiane c’è già chi a giugno dice di “morire di caldo”. In effetti la colonnina della temperatura è salita spesso sopra i 30 gradi, ben oltre quindi la media stagionale del periodo. Ma da quello che è un modo un po’ tragico ed esagerato di dire è scaturito uno studio che ha lanciato un allarme (vero o bufala?): tra qualche anno moriremo tutti di caldo. Prima di preoccuparsi più del dovuto per questa notizia vediamo lo studio sul quale si basa e che cosa c’è di vero.
La ricerca è stata condotta da un gruppo di studiosi dell’Università delle Hawaii (Manoa): il team ha preso in considerazione 783 casi di morte dal 1980 al 2014 riconducibile alle temperature elevate. Lo studio shock, o almeno così verrebbe presentato da alcuni siti di bufale, avrebbe esaminato i due fattori che, concomitanti, porterebbero al caldo mortale: alta temperatura e umidità. L’unica soluzione per evitare la catastrofe sarebbe quella di limitare le emissioni di gas serra e contrastare il riscaldamento globale.
Ecco le stime se invece il livello di inquinamento dovesse restare costante rispetto ai valori attuali: nel 2100 la temperatura crescerà ancora e il 74% della popolazione sarà a rischio di morire di caldo. Le aree colpite per prime saranno quello tropicali: si prevedono migrazioni di massa, scontri e guerre per accaparrarsi le zone del Pianeta in cui si sta meglio. Insomma, potrebbero rimpiangere questa estate record di caldo atroce si, ma sopportabile.
Leggi anche:
Caldo record estate 2017: ecco dove scatta l’emergenza siccità