Nel 2018 l’età pensionabile delle donne si alzerà di 1 anno per le lavoratrici dipendenti e di 6 mesi per le lavoratrici autonome.
Dal 2018, quindi, il raggiungimento della pensione di vecchiaia sarà per tutti a 66 anni e 7 mesi, sia per uomini che per donne.
Questo era uno degli obiettivi che si era stabilito con la riforma Fornero, ovvero la parificazione dei requisiti richiesti per l’accesso alla pensione di vecchiaia. Non è, quindi, una novità l’innalzamento dell’età pensionabile nel 2018 per le donne visto che la riforma Fornero lo aveva previsto.
Al di là di tutte le ipotesi messe in cantiere per rendere l’uscita dal mondo del lavoro per le donne, l’unica certezza al momento che le lavoratrici hanno è proprio l’aumento dell’età pensionabile per le donne che scatterà a partire dal 1 gennaio 2018. Questo, però, non sarà il termine dell’aumento dell’età pensionabile: dopo la parificazione dei requisiti, nel 2019 l’età pensionabile continuerà ad aumentare, così come nel 2021 e nel 2023 e come ogni altro biennio a seguire in base agli adeguamenti alla speranza di vita.
Dal 2018 in poi, quindi, l’età pensionabile di uomini e donne sarà sempre parificata.
Dal 2019, inoltre, in aumento anche i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia contributiva, quella che attualmente richiede 70 anni e 7 mesi di contributi. Dal 2019, infatti, tale requisito aumenterà a 70 anni e 11 mesi per aumentare ancora nel 221 a 71 anni e 2 mesi a causa dell’innalzamento dell’età pensionabile legati all’aspettativa di vita.
Al momento, però, non tutti sono d’accordo con l’aumento dell’età pensionabile prevista per il 2019 che porterebbe l’età pensionabile a 67 anni: i sindacati, infatti si stanno opponendo promettendo mobilitazioni nazionali.