Gli effetti avuti dalle nuove regole previdenziali, introdotte negli anni scorsi dalle finestre mobili di Maurizio Saccomanni e dalla riforma pensioni Fornero, sono stati piuttosto modesti se si guarda alla media generale: l’età media della pensione , infatti, è salita di soli sette mesi in 6 anni. Dal 2009 al 2015 hanno avuto accesso alla pensione circa un milione e mezzo di lavoratori di cui circa la metà (745.495) con pensione di anzianità o anticipata e l’altra metà (757.955) con la pensione di vecchiaia. L’età media di questo milione e mezzo di lavoratori non ha mai superato i 62 anni e 6 mesi.
Pensionamenti anticipati
La differenza vera e propria nell’età pensionabile hanno continuato a farla i pensionamenti anticipati degli uomini, poiché questi ultimi riuscivano e riescono a raggiungere con più facilità il requisito contributivo minimo di 42 anni e 1 mese nel 2012, 42 e 2 mesi nel 2013 e 42 anni e 42 e 3 mesi nel 2014, poiché le carriere lavorative degli uomini sono più lunghe e non intervallate da periodi di maternità. Tra il 2010 e il 2014 hanno avuto acceso alla pensione anticipata o con la pensione di anzianità 443.429 uomini e soltanto 173.924 donne. Gli effetti della legge Fornero, che non possono vedersi ancora sui pensionamenti del 2012 poiché i requisiti di questi pensionamenti sono stati maturati nel 2011, nel 2013 si vede già la diminuzione delle richieste di pensionamento: le pensioni di vecchiaia passano dalle 130.727 del 2012 a 92.993 del 2013 e quelle di anzianità scendono dalle 115.674 del 2012 a 99.958 del 2013.