Grazie a questi trucchi il governo aumenta l’età pensionabile senza apportare modifiche. Come canta Daniele Silvestri con il brano Argentovivo: “E allora, ti dico un trucco per comunicare, trattare il mondo intero come un bambino distratto”.
Sia nella sfera privata che in quella professionale la comunicazione riveste un ruolo importante. Soltanto comunicando, infatti, è possibile conoscere l’opinione altrui o sapere a quali doveri dover adempiere.
Lo sa bene lo Stato che, spesso, utilizza i mezzi di comunicazione per raggiungere i cittadini e renderli partecipi delle varie novità che possono essere sia positive che, purtroppo, negative.
Se tutto questo non bastasse sembra che non sia ancora finita qui. Il governo, infatti, potrebbe aumentare ulteriormente l’età di accesso alla pensione, senza apportare effettive modifiche alla stessa. Ma come è possibile? Scopriamolo assieme!
Pensioni 2025: si prospetta una nuova Fornero?
Il Governo italiano si è impegnato con l’Unione Europea per rivedere i criteri di accesso alla pensione e per questo motivo si prospetta una nuova Legge Fornero. Stando alla normativa vigente, si ricorda, gli uomini possono accedere alla pensione anticipata ordinaria dopo aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi, a prescindere dall’età anagrafica. Tale soglia è pari a 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. A tal proposito, come spiega l’Inps sul proprio sito:
“Per coloro che hanno maturato il requisito contributivo dal 30 gennaio 2019 in poi (ossia dalla data di entrata in vigore del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4) il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico si consegue, altresì, trascorsi tre mesi dalla maturazione del predetto requisito, cosiddetta finestra“.
Età pensione, con questi due trucchi il governo l’aumenta senza modificarla e asseconda l’Europa
Attraverso l’ultima Manovra l’esecutivo ha prolungato le finestre mobili per Quota 103, passando da 3 mesi a 7 mesi per quanto concerne il settore privato e da 6 mesi fino a 9 mesi per quanto riguarda il settore pubblico.
In questo modo i lavoratori maturerebbero il diritto per andare in pensione sempre con i medesimi requisiti attualmente richiesti. Ma dovrebbero attendere più tempo per ottenere il pagamento del primo assegno. Il rischio, pertanto, è che un lavoratore debba continuare a lavorare ancora dei mesi onde evitare di restare senza stipendio e senza pensione.
Nel caso in cui, ad esempio, una persona maturi i requisiti per la pensione anticipata a marzo del 2025, si vedrebbe erogare il primo assegno a luglio. In seguito al prolungamento della finestra mobile, però, l’assegno non verrebbe corrisposto prima di ottobre. O, ancora peggio, di novembre.
Un’altra soluzione potrebbe essere l’introduzione di incentivi a favore di coloro che decidono di proseguire con la propria attività lavorativa. Ciò pur avendo maturato i requisiti per andare in pensione. E delle penalizzazioni per chi esce dal mondo del lavoro prima dei 67 anni. Ovvero il requisito minimo per accedere alla pensione di vecchiaia. Un sistema di incentivi e penalizzazioni in base all’età a cui si accede al trattamento pensionistico potrebbe rendere il sistema più sostenibile per le casse dello Stato.
Al momento comunque, sottolineiamo, si tratta solo di ipotesi. Si attendono comunicazioni ufficiali da parte del governo per vedere quali misure intende mettere in campo. E quale sarà, pertanto, il futuro del sistema previdenziale del nostro Paese.