C’è tempo fino al 31 maggio per inviare le offerte relative alla nona tranche del CcTeu 15 aprile 2026 (ISIN: IT0005428617). L’importo che il Tesoro emetterà varia tra 1,5 e 2 miliardi di euro. Si tratta di un titolo di stato molto interessante per le sue caratteristiche peculiari. Esso ci consente di fare qualche previsione circa il possibile andamento dell’Euribor a 6 mesi.
Il CcTeu è un bond con cedola agganciata al tasso Euribor a 6 mesi. Sappiamo che i mutui a tasso variabile sono agganciati perlopiù proprio a questo indicatore, per scadenze generalmente a 1, 3 e 6 mesi.
Tornando al CcTeu, oggi lo si acquista a 100,34, cioè leggermente sopra la pari. Il suo rendimento è, quindi, del -0,06%. Tuttavia, sappiamo che questo bond offre all’obbligazionista uno spread di 50 punti base o 0,50% sul tasso Euribor a 6 mesi. Allo stato attuale, ciò equivale ad affermare che la cedola annuale sia nulla. Confrontando il rendimento del CcTeu con quello del BTp a 5 anni ordinario, otteniamo che quest’ultimo offra lo 0,18%, cioè lo 0,24% in più.
A cosa si deve questa differenza? Sarebbe l’Euribor a 6 mesi + lo spread dello 0,50% scontati dal mercato per la media dei prossimi 5 anni. Ne deriva che gli obbligazionisti stiano prevedendo un tasso medio del -0,25% da qui alla primavera del 2026. Per quanto si tratterebbe di un aumento dai livelli attuali, rimarrebbe negativo. Certo, questa sarebbe una media, che contempla l’ipotesi che tra 5 anni l’Euribor a 6 mesi salga anche nettamente sopra lo zero.
Comunque sia, ottime notizie apparentemente per i titolari di mutui a tasso variabile. Quale che sia la scadenza dell’Euribor a cui questi sono agganciati, il trend sarebbe lo stesso.