Si chiamerà ancora Euro 2020 la manifestazione degli europei di calcio, rinviata dallo scorso anno al prossimo mese di giugno a causa del Covid. La Commissione UE aveva chiesto e ottenuto che per celebrare il sessantesimo anno dalla nascita dell’evento sportivo, il torneo si disputasse un po’ in tutto il Vecchio Continente. Le sedi scelte per l’occasione sono state 12: Amsterdam, Baku, Bilbao, Bucarest, Budapest, Copenaghen, Dublino, Glasgow, Londra, Monaco di Baviera, Roma e San Pietroburgo. Le finali e le semi-finali sono state fissate allo stadio londinese di Wembley.
Tuttavia, il CEO del Bayern Monaco, Karl-Heinz Rummenigge, ha adombrato il dubbio che per via della situazione sanitaria ancora allarmante, la UEFA possa decidere di concentrare tutte le partite in un unico paese. Secondo l’ex calciatore, il presidente Aleksander Ceferin, molto scrupoloso sul Covid-19, avrebbe in mente di evitare di far disputare il torneo in troppe località, cosa che andrebbe contro la logica in questa fase di restrizioni contro la pandemia.
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La decisione sul se e come si organizzerebbe l’Euro 2020 verrà ufficializzata a marzo. Ma nei giorni scorsi, Ceferin ha dichiarato di augurarsi che le campagne vaccinali, che nei vari paesi stanno procedendo a ritmi molto differenti, possa essere la chiave per decidere in quale concentrare i match. E’ evidente che il criterio principale per scegliere la location dei prossimi europei di calcio sarà proprio il tasso di copertura della popolazione raggiunto con le vaccinazioni, più che il numero dei contagi in sé. E da questo punto di vista, Londra parte avvantaggiata con quel suo 7,50% nettamente superiore alla media europea, tant’è che la stampa inglese ritiene che il Regno Unito sia in pole position per ospitare l’intera manifestazione.
Un grottesco paradosso per l’Unione Europea: aveva chiesto di far disputare l’evento in tutto il continente e finirebbe per ritrovarselo organizzato dall’unico paese uscito dalle istituzioni comunitarie.
Euro 2020 sarà una vetrina per mettersi in mostra prima e meglio degli altri dopo il Covid o prima ancora che la pandemia tolga il disturbo. In un certo senso, chi si aggiudicherà la manifestazione potrà vantare una forza d’immagine che non sarà secondaria come crediamo. Oltretutto, questo è solo un esempio di cosa accadrà a quei paesi che peggio gestiranno la fase delle vaccinazioni. Saranno tagliati fuori per mesi e mesi ancora da ogni possibile ritorno alla normalità, mentre i paesi in cui la popolazione risulterà perlopiù coperta dal vaccino inizierà ad andare avanti e l’economia a rimettersi in moto. L’Italia sta messa ad oggi un po’ meglio della Germania e di gran lunga della Francia. Ma alla giornata di ieri risultava vaccinato poco più del 2% della popolazione, troppo poco per sperare in una copertura sufficiente da qui all’estate. E a questi ritmi, di certo alla fine di marzo, quando la UEFA dovrà scegliere dove far giocare le partite, non saremo in grado di segnalarci abbastanza sicuri allo scopo.
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