Euro: sempre più difficile falsificare banconote e monete

Secondo il Ministero dell’Economia, nel 2016 le falsificazioni di banconote sono scese del 21%, quelle di monete del 8%
7 anni fa
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Ancora in diminuzione il fenomeno della falsificazione di banconote e monete, a quanto risulta dalle segnalazioni di sospette falsità giunte all’Ufficio Centrale Antifrode dei Mezzi di Pagamento (Ucamp) del Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze. I dati sono contenuti nell’ultimo Rapporto sulla falsificazione dell’euro (riferito all’anno 2016) giunto alla sua trentesima edizione e ora disponibile online.

 

Il Rapporto mostra come lo scorso anno siano state oggetto di ritiro dalla circolazione e/o di sequestro 169.923 banconote (-21% rispetto al 2015), per un valore nominale complessivo di 7,7 milioni di euro, e 64.621 monete metalliche (-8% rispetto al 2015) per un valore nominale complessivo di 90 mila euro, con un calo in valore, rispettivamente, del 2% e del 4% rispetto all’anno precedente.

 

Banconota da 20 euro, la più falsificata

 

Il quantitativo maggiore di ba/nconote sospette di falsità e oggetto di ritiro e/o di sequestro riguarda il taglio da 20 euro (68.457 banconote), seguito, quasi alla pari, da quello da 50 euro (65.643). Per quanto riguarda le monete, la maggioranza delle segnalazioni si riferisce al conio da 2 euro (33.270), seguito da quello da 50 centesimi di euro (16.442) e da 1 euro (14.744).

 

L’attività di verifica effettuata dalla Banca d’Italia nel 2016 sui casi sospetti ha accertato come false 147.919 banconote (-9% rispetto al 2015), per un valore nominale complessivo di circa 6,6 milioni di euro (-4% rispetto al 2015). Per quanto attiene alle monete, il Centro di analisi istituito presso l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, ha accertato la falsità di 68.300 pezzi (+10% rispetto al 2015), per un valore nominale complessivo di oltre 93 mila euro (+12% rispetto al 2015). I dati delle perizie differiscono perché l’attività di accertamento è ovviamente posticipata rispetto alle segnalazioni ricevute dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

 

Le individuazione delle banche

 

La maggior parte dei ritiri, senza considerare quindi i sequestri effettuati dalle forze dell’ordine prima dell’entrata in circolazione, è riconducibile a individuazioni effettuate dalle banche, per quel che concerne le banconote, e dalle agenzie di custodia e trasporto denaro per le monete.

L’analisi per area geografica evidenzia come, in termini di numero, il ritiro delle banconote in circolazione si concentri principalmente nelle aree del Nord e, in particolare nel Nord Ovest. Si sottolinea, inoltre, che in Lombardia il fenomeno è rilevante in termini assoluti, mentre in termini relativi (in rapporto, ad esempio, al numero dei residenti) diverse regioni presentano valori più significativi, in particolare in Liguria, Piemonte, Toscana e Lazio.

 

Anche in termini di valore, il ritiro delle banconote in circolazione rispetto al numero dei residenti e alla massa di banconote circolanti in Italia mostra una riduzione in confronto al 2015 (-1% rispetto al numero dei residenti e -6% rispetto al circolante), a conferma che il calo del 2016 è sostanziale e non dovuto a fenomeni di natura occasionale.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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