Eurobond Bielorussia scaduto a febbraio, ma il default formalmente non c’è

L'Eurobond in dollari emesso dalla Bielorussia e scaduto a febbraio non è formalmente stato dichiarato in default dalla stanza di compensazione Euroclear.
12 mesi fa
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Eurobond Bielorussia scaduto e non in default
Eurobond Bielorussia scaduto e non in default © Licenza Creative Commons
Sono passati nove mesi da quando l’Eurobond da 800 milioni di dollari emesso dalla Bielorussia è arrivato a scadenza (ISIN: XS1634369067) a fine febbraio. Da allora, gli obbligazionisti vivono nel limbo. La situazione è molto ambigua. Minsk è oggetto di sanzioni finanziarie simili a quelle che l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno comminato contro la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Tra queste, l’impossibilità di procedere al pagamento delle obbligazioni in valuta americana.

Eurobond Bielorussia formalmente solo “scaduto”

Alla scadenza dell’Eurobond, tutte le principali agenzie di rating hanno formalmente dichiarato il default della Bielorussia.
Questo è un passo fondamentale per consentire ai creditori di ricorrere alla protezione dei CDS o anche solo per insinuarsi nel processo di ristrutturazione del debito, sempre che venga avviato. Ma Euroclear, la stanza di compensazione con sede nel Belgio e dove il titolo è negoziato, si limita ad oggi a definire l’Eurobond “scaduto” e non “in default”. Ciò impedisce ai possessori di rivenderlo agli investitori attivi sul mercato “distressed”. Questi fondi, chiamati a volte spregiativamente “avvoltoi”, rastrellano i titoli di stato dei paesi in default con la speranza di ricavare valore dalla rinegoziazione delle clausole.
Il punto è che la stessa Bielorussia ritiene di avere adempiuto ai suoi obblighi. Alla fine di febbraio, il Ministero delle Finanze comunicò di avere depositato presso Belarusbank il corrispettivo in valuta locale di 800 milioni di dollari più gli interessi maturati. In teoria, Minsk avrebbe pagato i creditori. Tuttavia, il pagamento sarebbe dovuto avvenire in dollari. Una diatriba legale che sta riguardando dallo scorso anno anche la Russia. I due terzi dei possessori sono statunitensi, quasi un quarto britannici e soltanto per il 9% dell’Unione Europea. Essi eccepiscono che le sanzioni contro lo stato bielorusso sarebbero dissimili da quelle contro la Russia. Ad esempio, ritengono che le transazioni in dollari tramite Euroclear restino possibili.

Bielorussia in grave crisi finanziaria

Indipendentemente da questo dibattito, le condizioni finanziarie del paese sono assai critiche. A fronte di riserve valutarie sotto gli 8 miliardi di dollari, il debito estero a breve termine ammonterebbe a una decina di miliardi. In pratica, non ci sarebbe valuta a sufficienza per pagare tutti i creditori stranieri. Ad ottobre, il cambio è stato svalutato di quasi un quarto contro il dollaro. Difficile che basti per risollevare le sorti delle riserve e consentire il pagamento degli Eurobond, ammesso che fosse possibile con le sanzioni in corso.

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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