Eurobond per spese militari ed energia, così Bruxelles reagisce alla guerra

La Commissione europea lancia gli eurobond per finanziare le spese militari e i costi energetici con la guerra ucraina. Spread giù.
3 anni fa
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La BCE chiede gli Eurobond

Sono in arrivo eurobond in “misura imponente” per finanziare l’aumento delle spese militari e i maggiori costi dell’energia. La notizia è stata battuta nella mattinata odierna da Bloomberg. Sarebbe questa la reazione dell’Unione Europea alla guerra in Ucraina scatenata dall’invasione della Russia. I dettagli dell’operazione saranno affrontati al vertice europeo di emergenza a Versailles di giovedì prossimo.

Il commissario agli Affari monetari, Paolo Gentiloni, ha parlato della necessità di varare “nuovi strumenti” per affrontare la crisi geopolitica ed economica in corso.

In conseguenza di tale notizia, lo spread BTp-Bund è crollato a un minimo di 146 punti base dai 159 di apertura di seduta. In effetti, il Bund decennale è salito da -0,01% a +0,07%. Il movimento si spiega con l’allentamento percepito dei rischi a carico degli stati fiscalmente meno solidi. Inoltre, gli eurobond faranno concorrenza ai “safe asset” tedeschi.

Il meccanismo di funzionamento sarebbe quello utilizzato sotto la pandemia con lo schema SURE: l’Unione Europea raccoglie fondi sui mercati e li gira agli stati membri sotto forma di prestiti, chiaramente finalizzati a raggiungere gli obiettivi previsti. La Germania ha annunciato nelle scorse settimane di volere aumentare le spese militari almeno al 2% del PIL tedesco, stanziando allo scopo 100 miliardi di euro per i prossimi anni.

Eurobond in risposta alla guerra russa

Il 2% è l’obiettivo minimo fissato dalla NATO. Per l’Europa, significa incrementare la spesa dedicata alla difesa mediamente del 25%. Ci sono, poi, anche i costi da sostenere per allentare la dipendenza da gas e petrolio russi. Rivolgersi ad altre fonti e fornitori comporterà un aggravio per i paesi importatori, almeno nel breve e medio periodo. Gli eurobond servirebbero per affrontare tali emergenze. Già nel 2020, la Commissione previde il lancio del Recovery Fund contro la pandemia, attraverso emissioni sovranazionali per 750 miliardi di euro.

Inutile dire che per l’Italia gli eurobond sarebbero un’ottima notizia.

Il costo della guerra sarebbe ridotto sul bilancio pubblico, dato che gli interessi pretesi dal mercato per le obbligazioni emesse dall’Unione Europea saranno certamente più bassi di quelli richiesti sui BTp. I primi godono del rating AAA, il massimo assegnato dalle agenzie di valutazione. Pertanto, il loro rischio teorico risulta essere sostanzialmente nullo. Ad oggi, tuttavia, questi titoli offrono rendimenti a premio rispetto a quelli tedeschi. Ad esempio, ieri il decennale UE con scadenza 4 aprile 2032 e cedola 3,375% (ISIN: EU000A1G1Q17) viaggiava allo 0,49% contro -0,01%, cioè a +50 punti base o 0,50%.

Un limite degli eurobond consiste, in effetti, nella loro scarsa disponibilità sul mercato. Essendo state ad oggi le emissioni di importo relativamente poco contenuto, la liquidità degli scambi risulta minore e gli obbligazionisti scontano, pertanto, qualche rischio maggiore in fase di eventuale disinvestimento. Il quadro potrebbe mutare con il prosieguo delle emissioni per finanziare il Recovery Fund e, adesso, con il lancio del nuovo programma per fronteggiare la fase bellica.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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