E se l’Europa rischiasse ora la deflazione?

L'Europa potrebbe vivere una fase di deflazione dopo l'alta inflazione degli anni passati. La preoccupazione traspare dalle parole di Lagarde (BCE).
1 mese fa
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Torna la forward guidance alla BCE?
Torna la forward guidance alla BCE? © Licenza Creative Commons

E se in Europa arrivasse la deflazione dopo anni di alta inflazione? Il timore traspare dalle parole di Christine Lagarde, numero uno della Banca Centrale Europea (BCE). Il governatore ha suggerito ai governi dell’Area Euro un approccio negoziale con l’amministrazione Trump, al fine di trovare una soluzione alternativa alla guerra dei dazi. Il presidente eletto americano ha già annunciato che imporrà tariffe doganali del 25% sulle merci di Canada e Messico e del 60% su quelle cinesi. Non ha per il momento citato l’unione monetaria, forse perché intende trattare.

Lagarde invita a “comprare americano”

Lagarde ha lanciato un vero e proprio appello: “comprate americano”. Pensiero e parole mutuati da quel “achète français” in voga negli anni Ottanta tra la sinistra comunista francese (paradossi della storia!) e che certamente il governatore conoscerà bene. Un modo, come vedremo, per scongiurare anche il rischio di deflazione. Bisogna ammettere, però, che l’economia di mercato non funzioni come pretenderebbe Lagarde. Ammesso che i governi europei andassero da Donald Trump a garantirgli che importeranno più merci americane, l’impegno non avrebbe granché senso, a meno che riguardasse materie prime come il gas liquido. Sono i consumatori a decidere cosa comprare e basano le loro scelte su due criteri essenziali: prezzo e qualità.

I governi possono “indirizzare” le scelte di consumo agendo sul primo, per l’appunto imponendo o rimuovendo i dazi. Ma torniamo alla deflazione. Lo scenario sembra quasi surreale, visto che da alcuni anni il nostro problema è l’esplosione del costo della vita. Tuttavia, sempre Lagarde ha lasciato trasparire una simile preoccupazione. I dazi di Trump sulla Cina potrebbero spingere le imprese cinesi a dirottare sull’Europa una montagna di merci invendute a basso costo. Il nostro mercato verrebbe inondato dall’offerta asiatica e i prezzi si schianterebbero.

Prezzi in calo, ma euro debole

Senza scomodare i cinesi, pensate un attimo a cosa accadrà se Trump eleverà i dazi sui prodotti importati dall’Unione Europea.

Ci saranno tante imprese nel nostro continente che si ritroveranno con i magazzini pieni. Cosa faranno prima ancora di ridurre la produzione? Immetteranno la merce invenduta sul mercato domestico. I prezzi dei prodotti scenderanno, data la maggiore offerta. In parte questo scenario di deflazione verrebbe compensato dal crollo già in corso del cambio euro-dollaro, il quale aumenta i costi delle importazioni.

Per finire, la crisi economica. Se Trump colpirà le esportazioni europee, il nostro Pil ne risentirà. La crescita nell’Area Euro è trainata proprio dalle esportazioni, cioè dagli avanzi commerciali messi a segno principalmente gli con Stati Uniti e altre economie. E in un contesto di congiuntura debole, i prezzi tendono a ristagnare o a ingranare la retromarcia, compatibilmente con le variazioni dei costi.

Deflazione improbabile panacea per famiglie europee

Dopo anni a sopportare prezzi in crescita impetuosa, quasi quasi la deflazione diventa uno scenario confortevole per le famiglie. Prima di gioire, bisogna considerare che essa si accompagnerebbe a un’economia debole, se non in recessione. Farebbe probabilmente il paio con licenziamenti e compressioni salariali al fine di contenere i costi per rilanciare la produttività e la competitività sui mercati esteri. In sostanza, rischiamo di vivere nuovi mali, anziché uscire finalmente da quelli vecchi.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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