L’Europa scopre il prezzo della libertà con 80 anni di ritardo

L'Europa ha capito che la difesa della sua libertà ha un prezzo, finora ignorato grazie al "buon cuore" degli alleati americani.
15 ore fa
4 minuti di lettura
Libertà in Europa ha un costo
Libertà in Europa ha un costo © License Creative Commons

Sarà di 800 miliardi di euro il piano proposto dalla Commissione europea per il riarmo. Di questi, 150 miliardi saranno prestiti erogati agli stati comunitari richiedenti per essere investiti in sistemi di difesa. A 80 anni esatti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, l’Europa scopre l’ovvio: la libertà ha un costo. Era il 1945 quando il Vecchio Continente uscì devastato materialmente e civilmente da 6 anni di conflitto. La spartizione del mondo in due blocchi tra Stati Uniti e Unione Sovietica avvenne sopra la sua testa con la Conferenza di Yalta, Ucraina. Le grandi potenze vincitrici demarcarono con un tratto di penna l’area che avrebbe vissuto nell’orbita occidentale e l’area d’influenza sotto Mosca.

Libertà in Europa pagata dagli USA

La suddivisione fu grosso modo geografica. Ad est della “cortina di ferro” tutti con l’URSS, ad ovest tutti con gli USA. A noi andò bene grazie alla geografia. Ci fu un’Europa della NATO che si sviluppò nella libertà, nella democrazia e nel benessere economico. L’altra Europa del Patto di Varsavia visse sotto l’incubo del comunismo e nelle privazioni, privata di libertà e democrazia. A Berlino il regime della DDR dovette erigere un muro nell’agosto del 1961 per evitare che la popolazione continuasse a fuggire verso l’allora ex Germania Ovest.

Sotto l’ombrello della NATO, cioè dell’alleanza militare guidata da Washington, l’Europa non ha compreso il prezzo della libertà goduta. Da troppi decenni ci facciamo vanto di spendere poco per la difesa. Guardiamo con aria quasi sfottente i nostri alleati americani, che destinano ingenti risorse in favore del Pentagono. Se chiedessimo a qualsiasi europeo, risponderebbe che negli USA spendano un’immensità per le guerre e poi non abbiano gli ospedali pubblici.

E chi, potendo scegliere, non vorrebbe più investimenti in sanità e scuola e meno nella difesa?

Spese militari necessarie, non superflue

Ad essere sbagliata è, tuttavia, la premessa. Le spese militari non sono un orpello dei bilanci nazionali, anche se così sono stati trattati in tutta Europa per 80 anni. Esse non avvengono “a discapito” di altre voci di spesa. Sarebbe come affermare che spendere per costruire o ammodernare le strade sottragga risorse ad altre spese più utili. La difesa è una spesa utilissima, anzi primaria. Abbiamo perso di vista che spada e moneta siano state storicamente i servizi elementari che gli stati hanno dovuto garantire per potersi definire tali e avere una legittimità agli occhi dei loro cittadini.

La spesa sociale o “welfare state” è stata un’invenzione del Novecento, cioè storicamente molto recente. E nessuno la mette in dubbio, anche se è finita per assorbire quasi totalmente le attenzioni e le risorse dei governi e le richieste dei cittadini. Nessuno si è più interrogato sul senso di mantenere un esercito, sistemi di difesa, di investire in tecnologie militari. Tutti presunti sprechi. Basti pensare alle feroci polemiche nei decenni passati sul costo degli F35. E siamo finiti per non apprezzare la libertà dell’Europa, semplicemente perché non ne abbiamo sostenuto il costo.

E’ risaputo che quando puoi avere un bene gratis, tendi a non assegnargli tanto valore.

Europa a sovranità limitata dal ’45

Gli americani ci hanno garantito sicurezza contro nemici correnti o anche solo potenziali, mentre noi europei combattevamo battaglie pacifiste e tratteggiavamo un mondo bambinesco senza guerre e divisioni. E’ come se per noi non fosse mai arrivata l’età adulta dal ’45 in avanti. Abbiamo continuato a giocare senza capire che i giocattoli ce li garantisse babbo con le sue spese apparentemente insensate per difenderceli dai malintenzionati. Tutto questo non è avvenuto realmente gratis. L’Europa ha goduto di libertà in un quadro di scarsa sovranità. Nei fatti, la nostra libertà è stata e resta ad oggi limitata.

Non è una critica all’assetto post-bellico, bensì puro realismo. Gli americani hanno più di 100.000 soldati dispiegati in Europa, che oltre a tenere lontani i cattivi, vivacizzano le economie delle località in cui hanno sede le loro basi. Se occorre, saranno questi uomini e donne a combattere per difendere la libertà dell’Europa. Nelle guerre jugoslave sono dovuti intervenire proprio loro per rimettere un po’ di ordine, dato che noi continentali assistevamo inermi ai massacri. Qual è la moneta di scambio? Washington decide su tutti i grandi processi globali al posto nostro, non solo sulla sicurezza.

Se ce la dobbiamo raccontare fino in fondo, l’Unione Europea non è che un’invenzione americana per semplificare il controllo sull’operato di noi europei ed evitare che alcune potenze come la Germania alzino troppo la cresta. Sembra comico, in quanto Bruxelles ci presenta sé stessa come il tentativo di emancipazione da zio Sam. E allora perché smontare le tende? Donald Trump fa parte di una cerchia di politici per cui le aree realmente strategiche già oggi siano altre nel mondo, soprattutto l’Indo-Pacifico. E vede la Cina come vero nemico da contenere, non più la Russia. Anzi, punta a staccare quest’ultima dalla prima per evitare una pericolosa coalizione tra due nazioni non solo territorialmente estesissime, ma anche ricche di materie prime.

Libertà in Europa a spese nostre

Difendere la libertà in Europa agli USA inizia da tempo a non convenire più. Il costo avrebbe superato il beneficio e adesso spetta a noi provvedere alla nostra sicurezza. Tutto ciò comporta un onere, che non consiste solo negli 800 miliardi ipotizzati da Bruxelles. A parte che saranno molti di più nel lungo periodo, il cambio di paradigma comporta la mutazione del nostro linguaggio politico e massmediatico. Molti saranno rimasti impressionati già dalla parola riarmo che leggiamo su tutti i giornali da settimane. Pensavamo che la guerra, la divisa, le minacce tra stati fossero materiale hollywoodiano, tutt’al più paranoie dei nostri amici yankees.

D’ora in poi i governi non potranno più assecondare gli umori degli eterni Peter Pan pacifisti, cosa che non implica che dovremmo rassegnarci a un futuro di violenze e linguaggio forzatamente bellico. Il riarmo sarà implementato proprio per continuare a garantire all’Europa libertà, democrazia, benessere e pace. Con il beneficio supplementare che ci riapproprieremo con il tempo anche della sovranità perduta in 80 anni di ombrello militare americano.

[email protected] 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

rottamazione quater
Articolo precedente

Rottamazione-quater. Omesso pagamento 7° rata con effetti sui rimborsi da 730

targa
Articolo seguente

Targa sporca? Occhio alle multe salatissime, ecco le sanzioni