“Europei parassiti”, la verità antipatica che esce fuori dalle chat Signal dell’amministrazione Trump

Europei considerati "parassiti" dai membri dell'amministrazione Trump, che per sbaglio hanno aggiunto alle loro chat un giornalista.
4 giorni fa
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Europei parassiti?
Europei parassiti? © Licenza Creative Commons

La vicenda è di dominio pubblico da giorni. Prima dell’attacco ordinato dal presidente Donald Trump alle milizie Houthi nello Yemen, alcuni membri dell’amministrazione americana avevano creato una chat su Signal per discuterne le motivazioni e organizzare l’operazione. Per errore hanno aggiunto un giornalista di Atlantic, che ha incredibilmente assistito all’intera conversazione per giorni. E’ emerso che il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, abbia definito gli europei “parassiti” e che il vice-presidente James David Vance abbia commentato di “odiare di dover salvare di nuovo l’Europa”.

Attacco agli Houthi benefico per l’Europa

Da cosa scaturiscono tali parole? I ribelli Houthi attaccano da tempo le navi in transito dal Mar Rosso per impedirle l’attraversamento del canale e danneggiare i commerci mondiali. Una forma di ritorsione contro l’Occidente per il suo sostegno a Israele nella guerra contro Hamas.

Tuttavia, come fa notare Vance nella chat su Signal, “solamente il 3% dei commerci USA passano per Suez, mentre il 40% dei commerci europei lo fanno”.

In altre parole, nella stessa amministrazione Trump si ragionava sull’opportunità di attaccare gli Houthi, quando a guadagnarci sarebbero stati quasi esclusivamente gli europei, parassiti per l’appunto. Perché per l’ennesima volta il Vecchio Continente non fa niente per difendere sé stesso e ritiene quasi scontato che ad aiutarlo sempre e comunque vi siano gli Stati Uniti. Salvo mostrare un atteggiamento quasi di superiorità nei confronti di questi ultimi.

Le affermazioni potranno essere antipatiche, ma considerarle destituite di fondamento non è saggio. Noi europei siamo parassiti nel momento in cui deleghiamo a terzi la difesa militare e persino la sicurezza economica, senza sostenerne i relativi costi.

Tant’è che lo stesso presidente Donald Trump, una volta che si era diffusa la notizia sulle chat, è intervenuto per appoggiare il suo vice, confermando di concordare con le sue posizioni.

Aumento della spesa militare necessario

L’Europa si sta svegliando da un lunghissimo torpore grazie solo alle sberle che sta ricevendo negli ultimi mesi dalla nuova amministrazione USA. I modi gentili del passato per farle capire che avrebbe dovuto aumentare la spesa militare per provvedere a sé stessa, non sono stati sufficienti. E sono arrivate le maniere forti: “o vi date una mossa o non vi sosteniamo neanche se vi invade la Russia”. Trump lo disse proprio così in campagna elettorale. E neanche in questo caso ha così torto come vogliamo credere.

Europei parassiti è un’espressione stigmatizzante, ma che si addice bene alla nostra condizione di scrocconi. La Germania, prima economia del continente, ha finora limitato le spese militari all’osso. In cambio, gli alleati americani hanno garantito per la sua sicurezza. E cosa fanno i tedeschi per decenni? Arricchiscono i russi comprando le loro materie prime come gas e petrolio per esportare a basso costo negli USA. Vista da Washington, non solo salviamo loro il deretano ogni giorno dalle minacce esterne, ma ci considerano un mercato di sbocco per le loro merci.

E al “nemico” ingrossano il portafogli.

Europei parassiti, come ci vede il mondo

L’aumento delle spese militari renderà noi europei meno parassiti? Lo si spera. Non per compiacere gli americani, bensì per riacquistare la dignità perduta nell’ultimo secolo a sovranità limitata. Quante volte ci siamo detti al bar, così come in consessi più aulici, che alla fine in casa nostra comandano solo gli americani? Non ci siamo mai chiesti sul serio perché. Certo, ci hanno salvati per due volte in 30 anni in altrettanti conflitti da noi scatenati. Tuttavia, il punto è che demandiamo a loro la nostra sicurezza. E nessuno manda i suoi figli a rischiare la vita senza pretendere nulla in cambio. Anziché arrabbiarci, da quelle chat dovremmo trarre la consapevolezza su come siamo percepiti nel mondo.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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