Stamane, l’Eurostat ha comunicato che la produzione industriale nell’Eurozona è diminuita dell’1,1% a maggio rispetto ad aprile. Dopo il +0,7% messo a segno nel mese precedente, gli analisti si aspettavano una crescita dello 0,3% congiunturale. Su base annua, la produzione risulta in aumento dello 0,5%. Stesso dato anche per l’intera UE, che però registra una crescita annua dell’1,1%. Guardando ai dati delle prime tre economie dell’Area Euro, scopriamo che a maggio si è avuto un calo mensile dell’1,2% in Italia, dopo il +0,5% di aprile; dell’1,4% in Germania, dopo la variazione nulla del mese precedente e del -1,3% in Francia, dopo il -0,1% di aprile.
Rispetto ad aprile, nell’Eurozona è scesa del 2,4% la produzione di beni intermedi, i beni non durevoli del 2,2%, quelli durevoli dell’1,8%, dello 0,5% dei beni capitali, mentre è cresciuta quella dell’energia del 3%. Su base annua, le variazioni sono state rispettivamente del +0,4%, del +1,4%, -0,3%, +1,5% e del -3,1%. Nella UE, su aprile si è avuto un calo del 2,1% della produzione di beni intermedi, dell’1,8% di beni non durevoli, dell’1,6% di beni durevoli, dell’1% dei beni capitali e una variazione positiva del 2,2% dell’energia. I dati non lasciano spazio alla fantasia. La ripresa dell’Eurozona, che pure si era captata dai vari dati dei primi mesi dell’anno, per quanto molto flebile, pare essersi spenta per lasciare il posto a una fase di tipo stagnante dell’economia. E paesi come Francia e Italia potrebbero trovarsi già in recessione, se teniamo conto che il pil è sceso dello 0,1% nel primo trimestre nel nostro paese, mentre è rimasto invariato in Francia. Il peggioramento dei dati sulla manifattura e la produzione industriale in Germania suona come un altro campanello d’allarme, trattandosi dell’unica grande economia europea in crescita.
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