Numeri terrificanti per quanto riguarda l’evasione fiscale nel nostro Paese, eppure il dato è positivo. Questo perché la percentuale precedente era ancora peggiore, quindi ci troviamo in sostanza con un fenomeno in calo da anni, benché il problema rimanga altissimo, soprattutto per chi ha partita Iva. Andiamo ad analizzare quindi questi dati. Nel 2021, si stima che l’evasione abbia raggiunto 82 miliardi di euro, in leggera riduzione rispetto agli 85 miliardi dell’anno precedente (-3,8%) e ai più di 100 miliardi del 2019. Sebbene il trend sia positivo, i numeri sono ancora elevati e mostrano come il problema sia lontano dall’essere risolto.
Evasione fiscale e contributiva: cosa comprendono?
Quando si parla di evasione fiscale, si fa riferimento al mancato pagamento delle imposte dovute allo Stato. Tuttavia, esiste anche l’evasione contributiva, che riguarda le somme non versate agli enti previdenziali. Entrambi i fenomeni sono correlati e contribuiscono a quella che viene definita “evasione complessiva”. La riduzione della propensione all’evasione, passata dal 17% del 2019 al 15% nel 2021, indica un miglioramento, ma è ancora lontana dagli obiettivi di un sistema fiscale equo e trasparente.
Le categorie più inclini all’evasione sono le partite IVA e le piccole imprese, che nascondono circa il 70% delle imposte dovute. Al contrario, tra i lavoratori dipendenti, l’evasione è significativamente inferiore, complice il sistema di ritenuta alla fonte che rende più difficile eludere le tasse. Un dato significativo emerge dall’analisi del cosiddetto tax gap, ovvero la differenza tra quanto lo Stato dovrebbe incassare e quanto effettivamente riceve. Nel 2021, dei 82 miliardi di euro di evasione, ben 72 miliardi riguardano imposte come Irpef, Iva e Ires, mentre i restanti 10 miliardi sono relativi ai contributi previdenziali non pagati.
L’imposta più evasa è l’Irpef, in particolare quella dovuta dai lavoratori autonomi. Nel 2021, il tax gap per questa categoria ha toccato il 66,8%, traducendosi in un ammanco di oltre 29 miliardi di euro.
Numeri in calo, come mai?
Il calo dell’evasione fiscale registrato tra il 2020 e il 2021 è attribuibile principalmente alla riduzione dell’evasione dell’Iva, grazie a misure come l’introduzione della fatturazione elettronica e lo split payment. Inoltre, l’obbligo per gli esercenti di accettare pagamenti elettronici, attivo dal 2022, potrebbe favorire un’ulteriore riduzione dell’evasione nei prossimi anni. Un’altra misura introdotta per combattere il fenomeno è il concordato preventivo biennale, previsto dal governo Meloni, che mira a ridurre l’evasione tra le partite IVA.
In modo sorprendente, l’Italia ha già raggiunto l’obiettivo fissato dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) di ridurre l’evasione fiscale del 15% entro il 2024. Questo risultato è un segnale positivo, ma la strada verso una lotta definitiva contro l’evasione è ancora lunga. L’evasione fiscale è più diffusa tra le piccole imprese e i professionisti, che hanno maggiori margini di manovra per nascondere parte dei loro guadagni. Le grandi aziende, invece, tendono a evadere meno, grazie a controlli più stringenti e a strutture interne di contabilità più complesse.
Una parte significativa dell’evasione deriva dalla mancata emissione di fatture o scontrini, spesso concordata tra fornitore e cliente per eludere il pagamento delle imposte. Questo fenomeno è particolarmente comune nei settori in cui i pagamenti avvengono in contanti, rendendo più difficile la tracciabilità delle transazioni. Anche le imposte locali, come l’Imu e la Tari, sono oggetto di evasione. Si stima che i Comuni perdano ogni anno il 21,4% del gettito previsto, per un totale di oltre 5 miliardi di euro. Una delle cause principali è rappresentata dalle cosiddette “case fantasma”, ovvero immobili non registrati correttamente.
In sintesi…
- L’evasione fiscale in Italia è in calo, ma nel 2021 ha raggiunto ancora 82 miliardi di euro, con Irpef e Iva tra le imposte più evase.
- Le misure come la fatturazione elettronica e i pagamenti elettronici hanno contribuito a ridurre l’evasione, ma resta diffusa tra piccole imprese e partite IVA.
- Anche le imposte locali come Imu e Tari subiscono evasione, con una perdita del 21,4% per i Comuni.