L’Agenzia delle Entrate ha reso noi gli evasori italiani più furenti, quelli che evadono di più. Quali sono le categorie che vantano questo poco lusinghiero titolo? A quanto pare ristoratori e tintorie non hanno un ottimo rapporto con il fisco, mentre i più virtuosi risultano essere medici e notai, e mi sembra anche abbastanza scontato, anche se ci saremmo aspettati forse anche le categorie di avvocati e commercialisti, ma si da, chi conosce la legge trova sempre un modo per aggirarla meglio.
Le categorie più e meno virtuose
L’Agenzia delle Entrate ha svelato quelle che sono le categorie più e meno virtuose quando si tratta di saldare i conti con il fisco. Gli evasori italiani però ora dovranno stare bene attenti perché con il concordato preventivo biennale i furbetti rischiano grosso. Ciò prevede che chi non è perfettamente in regola ha due anni di tempo per farlo oppure finiranno nelle liste selettive dei controlli per nuovi accertamenti fiscali. Ma quali sono le categorie che stanno facendo storcere il naso all’Agenzia delle Entrate? Parliamo di tintorie, ristoranti, autonoleggi, pellicciai e pescatori. Secondo il recente studio il 70% di queste attività dichiara redditi troppo bassi per essere credibili.
Reso noto anche l’elenco dei virtuosi, eccolo: medici, personale dei laboratori di analisi cliniche, attori, registi, ballerini, notai, fisioterapisti, produttori di carta, commercialisti, informatici, geologi, veterinari e dentisti. I commercialisti quindi si salvano, e chiediamo scusa per la malizia, comunque ironica, con la quale li avevamo trattati prima. Mancano invece fortemente all’appello gli avvocati, confermiamo quindi in questo caso la malizia succitata, ma sempre con ironia. A questo punto, il problema rimbalza sulle categorie sopracitate, quelle ciò che tanno insospettendo il fisco.
Evasori italiani, c’è il concordato preventivo biennale
Il nuovo Governo sta facendo non pochi sforzi per sistemare le cose a livello fiscale nel nostro Paese.
Il patto riguarda quei contribuenti esercenti attività d’impresa, arti o professioni che applicano gli Isa. Anche le manovre politiche hanno fatto sì che tale provvedimenti risultasse più appetibile, visto che il Governo ha inserito una tassa piatta tra i 10 e il 15% sui maggiori redditi dichiarati. Il nodo risulta essere proprio gli Isa, ossia gli Indici sintetici di affidabilità. I ristoratori rappresentano un esempio concreto, visto che 97 mila di essi aderiscono agli Isa. Di questi, 69 mila hanno dichiarato una media troppo bassa per l’Agenzia delle Entrate, ed ecco quindi che i sospetti non si fanno attendere. La dichiarazione nel 2022 è stata infatti di poco più di 8000 euro, davvero un guadagno inaccettabile. Anche le discoteche nel mirino, altro settore che sta mettendo in allarme l’Agenzia delle Entrate.
Riassumendo…
- tintorie e ristoranti tra i settori che più insospettiscono il fisco, anche le discoteche presentano dichiarazioni dei redditi insolite;
- tra gli italiani che evadono di meno ci sono invece medici e notai;
- nasce il concordato preventivo biennale, per due anni chi sottoscrive il patto con il fisco pagherà non in base ai guadagni ma in base alle previsioni dell’Agenzia delle Entrate.