No, non si tratta di un nuovo gioco stile “nascondino” dove ci si salva dal cattivo di turno rintanandosi in un angolo. E neanche di un parco giochi dove salutare tutti mentre si scivola felici e sorridenti prima di tornarsene a casa. Ma il risultato, in qualche modo, potrebbe essere assimilabile sia al primo che al secondo scenario poco sopra illustrati.
Infatti, per i lavoratori del settore privato, evitare la pensione con le regole Fornero dal 2023 sarà più facile. Quasi impossibile, invece, lo sarà per i dipendenti pubblici, per i quali giocare a “nascondino” non sarà facile.
Con la fine di Quota 102 si spalancheranno, dunque, le porte al ritorno integrale del pensionamento a 67 anni di età. O, in alternativa a 41-42 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età. Ma per i lavoratori dipendenti resterà ancora valido lo scivolo per andare in pensione a 62 anni.
In pensione a 62 anni fino alla fine del 2023
Stiamo parlando dei contratti di espansione che la legge di bilancio 2022 ha allargato a molte aziende. Rispetto al passato, la soglia dimensionale dell’azienda beneficiaria è stata abbassata a 50 dipendenti. Il che amplia decisamente la platea dei potenziali lavoratori che possono chiedere la pensione anticipata .
Come spiega l’Inps nella circolare n. 88 del 25 luglio 2022, fino a fine 2023 potranno accedere allo scivolo pensione tutti i dipendenti delle aziende del settore privato che abbiano stipulato contratti di espansione. Lo scivolo è concesso a partire dai 62 anni di età. Da quest’anno, a differenza del passato, possono accedervi anche le aziende con meno di 250 dipendenti e con più di 49. Per le Pmi è previsto, invece, un altro tipo di scivolo pubblico.
Una novità importante che consente ai datori di lavoro privati un più ampio ricambio generazionale della forza lavoro. Il limite di organico aziendale può essere raggiunto anche dalla somma delle unità di più realtà aziendali nell’ipotesi di aggregazione di imprese con un’unica finalità produttiva o di servizi.
Come funziona lo scivolo
Ma come funziona la pensione anticipata? Per accedervi è necessario che il datore di lavoro raggiunga uno specifico accordo col governo. Tale accordo, chiamato contratto di espansione, è stipulato fra azienda, Ministero del Lavoro e organizzazioni sindacali e deve contenere 4 condizioni fondamentali:
- il numero dei lavoratori da assumere e l’indicazione dei relativi profili professionali compatibili con i piani di reindustrializzazione o riorganizzazione;
- la programmazione temporale delle assunzioni;
- l’indicazione della durata a tempo indeterminato dei contratti di lavoro, compreso il contratto di apprendistato professionalizzante;
- relativamente alle professionalità in organico, la riduzione complessiva media dell’orario di lavoro e il numero dei lavoratori interessati, nonché il numero dei lavoratori che possono accedere allo scivolo pensionistico.
Ai lavoratori che accedono al contratto di espansione è riconosciuto un trattamento economico commisurato all’assegno pensionistico futuro a carico dell’azienda. L’indennità è quindi corrisposta fino al perfezionamento della prima decorrenza utile della pensione di vecchiaia o di quella anticipata.